Chiesa di Sant'Antonio: al via il restauro

concorezzo_sant'antonio.jpgConcorezzo. La chiesa di Sant'Antonio, collocata nell'omonima piazza in centro paese, è uno dei gioielli architettonici e artistici di Concorezzo e della Lombardia. Prossimamente sarà interessata da un lavoro di restauro che interesserà la facciata esterna e il campanile, il complesso pittorico interno ma anche il tetto, con il rifacimento della copertura e lo smaltimento di un sottomanto contenente tracce di amianto. L'intervento sarà a carico della parrocchia, progettista dei lavori sarà Edoardo Veronese.

LA CHIESA

Come si legge nei documenti dell'Archivio storico, la fondazione della chiesa è anteriore al Mille, alcuni storici locali (Pirola, Villa) dichiarano di aver visto documenti che la fanno risalire addirittura alla tarda epoca longobarda (VIII secolo).

Tuttavia il primo accenno certo a questa chiesa è un documento dell’865, che parla di due chiese a Concorezzo, l’una intitolata a San Nazaro, l’altra al Signore Salvatore (Domini Salvatoris): è l’attuale chiesa di Sant’Antonio (che quindi era dedicata non a San Salvatore, ma al Signore Salvatore).

Verso la fine del Duecento ne accenna anche il cronista Goffredo da Bussero, parlando di “5 chiese e 2 altari” a Concorezzo: tra queste la chiesa dedicata appunto al “Domini Salvatoris”, nella quale vi erano gli altari di Sant’Agata e Sant’Antonino milite.

Nel XIV secolo la chiesa era semiabbandonata e alquanto rovinata, tanto che già si pensava al suo restauro con il ricavato delle elemosine. Durante la visita pastorale del 1581 l’Arcivescovo Carlo Borromeo trovò che la chiesa, già parrocchiale del nostro borgo quando Concorezzo aveva solo poco più di 700 abitanti, non era più consacrata e non vi si celebrava Messa da tre anni. La chiesa aveva tre navate. La funzione di parrocchiale era stata trasferita fin dal 1565 all’antica chiesa di San Damiano, che sorgeva all’incrocio fra le attuali via Cesare Battisti e via Enrico Toti, della quale ci è rimasta solo la cappella del Rosario, recentemente restaurata. 

Nel XVI secolo la chiesa presentava muri rovinati e cadenti, per cui un decreto pastorale del 1599 stabilì che essa venisse restaurata e ridotta da tre a una sola navata, così com’è oggi.

Nella visita pastorale effettuata nel 1643 dal Cardinale Cesare Monti questi diede, fra le altre, questa curiosa disposizione:”nessun sacerdote celebri per l’avvenire in questo oratorio con rito romano” (forse qualcuno aveva contravvenuto alla regola). In quella visita si annotava che il Conte Francesco Rabia, proprietario della chiesa, aveva avanzato la richiesta di erigervi un altare dedicato a Sant’Antonio da Padova, richiesta poi accordata con bolla pontificia del 1616.

Nel 1934 la chiesa venne radicalmente ristrutturata, e subì diverse operazioni di manutenzione anche in seguito.

Fino agli anni Cinquanta del Novecento la chiesa veniva utilizzata, seppur in modo limitato, per la catechesi dei ragazzi e talvolta per gli incontri dei confratelli del SS.Sacramento. In seguito, a causa dello spazio esiguo e della mancanza di riscaldamento, queste riunioni si svolsero in luoghi più idonei.

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