Bimba rapita dal padre, le Iene partono da Concorezzo e la trovano in Siria

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Concorezzo. Quello che lo Stato non ha saputo fare in due anni, la trasmissione televisiva "Le Iene" e il bravo inviato Pablo Trincia lo hanno fatto in due settimane. Questa l'accusa di Alice Rossini, la madre della piccola Emma, oggi 4 anni, rapita da Vimercate e portata in Siria, nel pieno della guerra, nel dicembre del 2011.
Trincia, infatti, nel servizio andato in onda nell'ultima puntata, ha documentato la sua ricerca e il suo straordinario viaggio, fino all'incontro in carne e ossa, sul confine siriano, con il padre-rapitore, Nadim Kharat. L'eccezionale intervista è stata resa possibile grazie alla collaborazione dello zio del giovane siriano, che risiede a Concorezzo. E' lo zio a raccontare come la piccola Emma si trovi con i parenti ad Aleppo, oggi terra di nessuno e di sangue in mano ai cecchini e sotto i bombardamenti. Ed è sempre lo zio a consegnare a Trincia il numero di cellulare di Nadim.

Dopo ripetuti tentativi di contatto, viene concordata l'intervista sul confine siriano. Nadim, che parla ancora molto bene l'italiano, racconta strafottente la sua fuga dalla Brianza e dall'Italia con il passaporto scaduto, assicura che la bambina sta bene e poi lui, con un mandato di arresto sulla testa (tra l'altro nel servizio racconta serenamente di aver bastonato la ex moglie, ndr), detta all'Italia le sue condizioni: per tornare insieme a Emma vuole la cittadinanza italiana e il ritiro di tutte le denunce e i mandati di arresto.
La madre, intanto, guarda la foto della sua piccola cresciuta lontana da lei, si aggrappa disperata a una maglietta portata da Trincia e piange: sono andati in capo al mondo per cercare Fabrizio Corona - si sfoga - ma del mio caso non si occupa nessuno..."

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