Ezio Barnabà: "La mia testimonianza sulle foibe dà fastidio"

barnabà.jpgConcorezzo. Oggi, 10 febbraio, è il Giorno del Ricordo, istituito per legge nel 2004 per ricordare l'orrore delle foibe e il dramma dell'esodo istriano-giuliano-dalmata. Ezio Barnabà, 84 anni, residente in città, quella tragedia l'ha vissuta in persona e l'ha raccontata. Già nel 2015 Concorezzo.org aveva messo nero su bianco i suoi ricordi. Una testimonianza scomoda, visto che moltissime scuole e la maggior parte delle istituzioni hanno sempre voluto minimizzare lo sterminio attuato dai partigiani comunisti di Tito a guerra ormai finita. Era il 1945 e gli uomini del generale jugoslavo occuparono, tra le altre, Pola, Gorizia e Trieste. Un numero variabile tra 200.000 e 350.000 italiani furono costretti a lasciare le proprie abitazioni. Un numero imprecisato di persone (comunque alcune migliaia) venne ucciso barbaramente e gettato nelle foibe, parole che nella lingua locale significa fossa. Barnabà ha scritto anche un libro e, un paio di anni fa, ha portato la sua testimonianza nell'Aula del Consiglio regionale della Lombardia.

"Dopo il mio invito in Consiglio regionale, quando torno al mio paese, qualcuno mi guarda male - ci dice oggi Ezio Barnabà, che lamenta ancora la carenza di eventi celebrativi - La mia testimonianza dà fastidio perché alcune associazioni vorrebbero raccontare la storia a modo loro. Io l'ho vissuta in prima persona, io ho visto come venivano mutilate le persone prima di essere gettate nelle foibe. Si volevano cancellare gli italiani da quei territori, è inaccettabile che qualcuno voglia trovare giustificazioni o interpretazioni dei fatti".

L'esodo di Barnabà iniziò a 17 anni nel 1951. Qui ci racconta la sua storia: leggi