May 19, 2025
#Dalla Brianza

La mappa delle startup innovative italiane: il 25% si trova in Lombardia

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Arriva direttamente da Eupolis Lombardia, l’Ente regionale che ha il compito di supportare, implementare e monitorare le politiche della Regione Lombardia, l’analisi sullo stato di salute delle start up innovative italiane, nell’ottica di fornire strumenti utili agli aspiranti giovani imprenditori che hanno il desiderio di trasformare in realtà il loro progetto professionale.

Ciò che emerge senza la minima ambiguità è la costante crescita di imprese innovative, che passano dalle 884 del 2013 alle 9.647 dell’ultima rilevazione, più di un quarto delle quali hanno sede sul territorio della Lombardia.

La maggior parte delle start up sono micro-imprese, contano 3-4 componenti, che operano nel settore dei servizi tecnologici: creazione di app, gestione di eCommerce, fornitura di consulenze e realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo. I fondatori hanno, infatti, almeno nella maggior parte dei casi, 48%, una formazione tecnico-scientifica; interessante anche la percentuale, 24,5%, degli imprenditori che si sono specializzati nell’area del marketing e della finanza. In generale l’80% dei titolari ha conseguito una laurea.

Elevata la presenza di imprenditori “senior” o che vantano una pregressa esperienza nel settore in cui la start up opera; significativa anche la percentuale, circa il 15%, di titolari che hanno maturato un’esperienza professionale come ricercatori nelle università o in qualche centro di ricerca. Non stupisce, quindi, che l’età media degli startupper sia di 40,5 anni e che solo il 30% dei titolari abbia un’età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Per quanto riguarda, invece, il capitale investito per l’avvio dell’attività, emerge che più della metà delle nuove realtà imprenditoriali, il 57%, si è autofinanziata, ricorrendo a capitali personali o richiedendo un prestito bancario finalizzato. In questo ambito va sottolineato che non sono pochi gli imprenditori che hanno dovuto farsi sostenere dalla famiglia, attraverso strumenti finanziari come la cessione del quinto per dipendenti pubblici ( informazioni ed approfondimenti su http://www.calcoloprestito.org/guida/cessione-quinto-dipendenti-pubblici )o i mutui di liquidità, perché non in possesso dei requisiti economici necessari per poter aver accesso ad un finanziamento personale.

Solo il 6% ha ottenuto un aiuto da società di ventura capital, mentre molto basso è stato il ricorso a fondi agevolati statali ed europei, nonostante la possibilità di ricorrere in modalità gratuita e semplificata al Fondo di Garanzia, opportunità che da metà 2016 è stata estesa anche alle PMI innovative.

Bassa, infine, la percentuale di imprese che riescono a varcare i confini nazionali: solo il 5,5%, infatti, considera importante il contributo che arriva da clienti stranieri. Forse questo dipende anche dal fatto che l’obiettivo principale dei fondatori, soprattutto quando si parla di micro-imprese, è quello di venire “assorbiti” da realtà imprenditoriali più grandi e più strutturate, interessate all’innovazione del progetto realizzato.