Concorezzo. "Chiedo solo un posto dove stare in pace". Forse adesso, finalmente, l'ha trovato. Rispondeva così Costantino Petroni, 58 anni, a chi gli chiedeva, qualche anno fa, perché avesse deciso di vivere all'aria aperta. Una storia famigliare travagliata, il "barbone", come lo liquidavano molti, per alcuni anni aveva animato a modo suo il centro del paese. In perenne protesta contro le decisioni del Tribunale che si era occupato delle sue vicende coniugali, Costantino era arrivato addirittura ad accamparsi in pianta stabile davanti al Municipio. Una solitudine aggredita dall'alcol: in molti lo schivavano, qualcuno gli concedeva una parola di conforto, una sigaretta o qualcosa da mangiare. Una vita da clochard che poi ha dovuto fare i conti con la malattia, il ricovero, la morte. Lunedì scorso, alle 9,30, l'estremo saluto a Concorezzo, come annunciato dal necrologio fatto affiggere dalla moglie, dai tre figli e dai fratelli.
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Cara Roberta,
forse ha perso le puntate in cui abbiamo raccontato il disagio e anche i problemi causati dalla presenza e dalla difficoltà di assistenza. In punto di morte non ci sembrava il caso di aprire un processo, ma di dare un saluto. Ma ci ha pensato lei. Contenta? E noi come sempre non censuriamo nessuno.
Massimiliano Capitanio
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