April 21, 2025
#Cronaca

Appello da via Pio X: fermate i bagordi dei sudamericani

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birre.JPGConcorezzo.Musica ad alto volume, litri e litri di birra, schiamazzi. E chi ha provato a chiedere il rispetto della quiete pubblica, è stato allontanato a male parole. E’ una situazione non più sostenibile quella a cui sono costretti, loro malgrado, i residenti di via Pio X. Un calvario che durerebbe addirittura da 4 anni ma che ora i cittadini non sono più disposti a tollerare. Sembra infatti che il post-partita settimanale di un gruppo di cittadini sudamericani si trasformi poi ina una sorta di festa a cielo aperto. Prima l’agone sportivo nei campetti della piscina comunale, affidati in gestione alla società In Sport, con l’inevitabile festoso e chiassoso supporto da parte dei sostenitori a bordo campo. Poi, all’esterno della struttura comunale, schiamazzi e bevute fino a tarda sera, con la brutta abitudine tra l’altro di “dimenticare” spesso la spazzatura per strada.

I residenti si sono già rivolti, invano, ai responsabili della struttura che gestisce i campi da calcio a 5, che non possono comunque impedire l’affitto del campo e non hanno poteri di ordine pubblico su quanto avviene all’esterno.  

E lì la situazione sarebbe davvero indecorosa: la festa inizia poco prima della mezzanotte e a volte si prolunga fino alle 5 del mattino, le auto vengono aperte e usate come banconi da bar e per “sparare” musica a tutto volume, le bottiglie vengono lasciate a terra (a volte anche rotte) e i fiumi di alcol costringono la ventina di sudamericani a trasformare marciapiedi e giardini privati in wc a cielo aperto. La mattina seguente lo spettacolo per chi passa in via Pio X è indecoroso, per usare un eufemismo. Nemmeno le numerose chiamate al 112 sono servite. E ora i residenti, che hanno documentato la vergogna con foto e filmati, chiedono a Comune e In Sport di obbligare il gruppo a fare i festini altrove.

“Mi pare davvero insensato che questa gente abbia il diritto di infrangere la legge e fare quello che fa – spiega un residente – e che la società che gestisce i campi non possa invece rifiutarsi di noleggiare il campo a fronte di questo comportamento. E’ un mondo che va al contrario…”.