Fumi al Malcantone, ecco i consigli dell’esperto
Concorezzo. Riceviamo e pubblichiamo il contributo del biologo Remo Egardi, in merito alla necessità di controlli accurati per le ditte “insalubri”, partendo dal caso delle esalazioni denunciate dai cittadini in zona Malcantone. Il contributo evidenzia possibili rischi nelle emissioni delle ditte che producono conglomerati per asfalti, senza alcuna diretta connessione con il caso del Malcantone. Foto di repertorio
Dopo gli articoli apparsi su “Concorezzo.org” e ”Il Giornale di Vimercate” riguardanti molestie olfattive che potrebbero essere riconducibili alle emissioni della ditta Brianza Asfalti s.r.l.(di seguito B.A.), credo sia giusto fare una concreta, seppur succinta, analisi del fenomeno che interessa gli abitanti di Concorezzo e una zona di Monza confinante.
Iniziamo con lo specificare cosa sono gli odori e quanto possono influenzare la qualità di vita e la salute di chi li subisce.
“Gli odori sono sostanze chimiche che stimolano gli organi dell’olfatto, quando giungono alle cellule dell’odorato avviene una reazione chimico fisica che provoca la stimolazione del nervo olfattivo. Lo stimolo, trasmesso al cervello, determina percezioni diverse a seconda della sostanza e della sua concentrazione”.
Un odore può stimolare positivamente i nostri centri nervosi (pensate alla cosiddetta “ acquolina” provocata dal profumo di un piatto invitante), può anche infastidirci senza importanti conseguenze (cavolfiore cucinato occasionalmente), può superare la cosiddetta “normale tollerabilità” (ristorante che quotidianamente cucina, sotto le nostre finestre, cavoli mezzogiorno e sera) e può anche configurarsi, oltre alla molestia olfattiva, come un vero e proprio “inquinamento atmosferico” con possibili conseguenze sulla salute.
Dobbiamo perciò distinguere ciò che, definito genericamente “odore”, può creare disagi con improbabili conseguenze sanitarie, da sostanze odorigene nocive per uomo, animali e ambiente. Per quest’ultima categoria i ricercatori e i legislatori si sono sforzati di fissare limiti di tollerabilità. Ricordo però che non esistono sostanze o energie indifferenti per un essere vivente, perché le molecole che non si inseriscono nel bilancio metabolico fisiologico, sono sempre dannose e meramente convenzionali sono gli standard di accettabilità di singoli inquinanti chimici o fisici.
Gli odori costituiscono uno dei più rilevanti aspetti negativi di impatto di molti impianti industriali e artigianali collocati in prossimità di aree residenziali e si configurano come un problema sempre più diffuso sul territorio. A Concorezzo il fenomeno risulterebbe rilevante per l’ impianto di lavorazione bitume e produzione conglomerati bituminosi della B.A.. Le segnalazioni giunte agli Uffici competenti del Comune, da parte di centinaia di cittadini che hanno anche firmato una richiesta di intervento, riguardano odori acri e di forte intensità che obbligano alla chiusura di porte e finestre con notevoli disagi soprattutto durante la bella stagione. Prevalente l’odore tipico di “bitume”. Le segnalazioni di disagio olfattivo e di sintomi respiratori, si concentrano soprattutto nel periodo estivo e riguardano anche le ore notturne complicando notevolmente il problema.
B.A. rientra nell’Elenco delle aziende Insalubri di 1° Classe. “Le aziende vengono inserite nell’elenco quando producono vapori o gas o altre esalazioni insalubri o che possono essere in altro modo pericolose alla salute degli abitanti. Devono essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni per l’incolumità del vicinato”.
B.A. è inserita in un contesto oggettivamente critico, sicuramente situata fuori dal centro di Concorezzo ma certamente non isolata nelle campagne. E’ infatti circondata da uffici, attività di ristorazione e unità abitative ( prime abitazioni del territorio comunale a 120 m. dall’impianto), 3 attività di ristorazione (rispettivamente a 90 m. e 150 m. dall’impianto) uffici commerciali in stretta vicinanza.
Vediamo ora di valutare alcune delle sostanze che potremmo trovare nelle emissioni di una azienda che produce conglomerati per asfalti.
Materiale particellare (PM10 e PM 2,5). Si indicano anche come polveri fini o finissime o più comunemente come polveri sottili e penetrano nell’apparato respiratorio tramite inalazione. Più il particolato è fine più è pericoloso perché si spinge in profondità (le particelle inferiori ai 2,5 μm arrivano fino agli alveoli). Tra le molteplici componenti dell’inquinamento atmosferico, il particolato è una delle più tossiche. Le conseguenze fisiopatologiche dell’esposizione al particolato sono : uno stato infiammatorio continuo della parete dei vasi arteriosi, il restringimento arteriolare e alterazioni che favoriscono la trombosi. Anche nei giovani adulti in buona salute, l’inquinamento atmosferico modifica il livello dei biomarcatori di infiammazione e di trombosi. “ L’aumento della frequenza di infarto e ictus, a seguito di un aumento di inquinanti, è causa di un tasso più elevato di mortalità.” Questo aumento di mortalità si verifica nello stesso giorno dopo l’esposizione e rimane elevato anche per diversi giorni dopo che l’esposizione alle polveri sottili è terminata”( Dipartimento di Epidemiologia Servizio Sanitario Regionale Lazio).
Composti organici volatili (VOC). Rientrano in questa categoria 300 composti con diverse caratteristiche chimico-fisiche. Sono definiti volatili per la tendenza a evaporare a temperatura ambiente. Tra questi ci sono alcune sostanze di accertata tossicità/cancerogenicità come gli idrocarburi aromatici (il benzene e i suoi derivati) e gli aldeidi (in primo luogo la formaldeide).
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Sono composti poco volatili che non si sciolgono nell’acqua e tendono ad accumularsi nei tessuti adiposi degli organismi. Nell’aria si propagano in parte in forma gassosa e in parte sono trasportati dalle polveri sottili. Alcuni IPA sono stati riconosciuti come cancerogeni dall’Unione Europea e dall’EPA (Environmental Protection Agency)
Ossidi di Azoto (NOx). Il biossido di azoto ha un potere irritante e favorisce la formazione di inquinanti secondari come l’ozono. Non è facile distinguere gli effetti del biossido di azoto dagli altri inquinanti che derivano dalle combustioni e con i quali si trova associato. E’ comunque stato registrato un peggioramento dei problemi all’apparato respiratorio, soprattutto nella popolazione infantile, in presenza di concentrazioni di biossidi di azoto e ossidi di zolfo (SOx). Sono nocivi per gli uomini soprattutto perché tendono a formare l’acido solforoso; sono dannosi anche per le piante e ne rallentano la crescita anche a basse concentrazioni.
L’olio combustibile e gli oli diatermici utilizzati in alcuni impianti per riscaldare il bitume sono riconosciuti sicuramente come cancerogeni.
Acido solfidrico. Anche livelli di H2S al di sotto delle norme stabilite per legge hanno gravissime potenzialità nocive per la popolazione. L’ H2S, classificato ad alte concentrazioni come veleno, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci. A volte questi danni sono irreversibili. Da risultati recentissimi emerge anche la sua potenzialità, alle basse dosi, di stimolare la comparsa di cancro al colon.
Gli effetti negativi degli inquinanti ricordati possono spaziare dai disagi olfattivi che superano la normale tollerabilità, ai disturbi di lieve e media entità (bruciore delle mucose, irritazione agli occhi, problemi all’apparato respiratorio ecc.) ad un aumento di serie patologie poiché, come già segnalato, alcune sostanze sono di sospetta o accertata cancerogenicità. Complesso sarebbe anche valutare le sostanze che possono comportarsi da interferenti endocrini con sostanziali ricadute sulla fertilità umana; certamente alcuni gruppi delle sostanze ricordate sono messe in stretta correlazione con la diminuita fertilità degli italiani: “sono in aumento i nuovi fattori di rischio dell’infertilità, quali gli interferenti endocrini ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi” (fonte Ministero della Salute).
La complessità e la variabilità dei fumi odorigeni emessi da aziende che producono materiale per asfalti, può essere in parte attribuibile alla composizione non costante dei derivati del petrolio utilizzati. Per un corretto monitoraggio della qualità dell’aria sarà necessario, a tale proposito, effettuare analisi dei fumi che fuoriescono dai camini (emissioni) e gli eventuali inquinanti a circa 2 metri dal suolo (immissioni), dove si trova l’aria effettivamente respirabile dalla gente.
Le postazioni di monitoraggio per una corretta valutazione delle “emissioni “e delle “immissioni” dovranno essere posizionate rispettivamente: 1.nella zona corrispondente all’area di massima ricaduta degli inquinanti emessi, situata in prossimità del perimetro aziendale della ditta interessata, 2. in prossimità della zona in cui sono presenti segnalazioni di disturbo da parte della popolazione, 3. in zona non direttamente influenzata dalla emissione, ma caratterizzata dalla presenza di altre sorgenti tipiche di emissione urbana ed equidistante dal sistema tangenziale –autostrada, 4. alla sorgente delle emissioni (camino principale e ad ogni fonte di emissione). Tutto questo tenendo in costante considerazione le condizioni meteo, direzione dei venti compresa.
Risulta perciò inderogabile, se non già eseguita, una corretta Campagna di Monitoraggio da parte di ARPA riguardante le sostanze emesse dalla B.A.. Un protocollo, possibilmente condiviso dalle parti, e i risultati accessibili ai residenti interessati o a tecnici incaricati dagli stessi dovranno rappresentare parte integrante dell’iniziativa. La mancanza di informazione o l’informazione scorretta e parziale, può alimentare il disagio e la paura di incorrere in serie patologie. Concorezzo ha, a mio avviso, una dimensione territoriale insufficiente per sostenere, senza rischi, aziende che andrebbero confinate in luoghi a reale distanza di sicurezza dalle unità abitative. Nel nostro Comune, insistono troppe aziende insalubri e una Azienda cosiddetta “Seveso” (a rischio di incidente rilevante).
Vista la complessità biologica, urbanistica, legale e amministrativa della “materia ambiente”, sarebbe importante che le Amministrazioni Locali si affidassero, per pratiche complesse, a valutazioni multidisciplinari coordinate da veri specialisti del settore evitando, di conseguenza, possibili conflitti futuri fra chi esercita il diritto al lavoro e chi rivendica il diritto alla salute. Nel dibattito ricco e contrapposto tra difesa dell’ambiente (intesa in particolare come qualità dell’aria) e del lavoro, manca spesso la ovvia considerazione che alla tutela dell’ambiente corrisponde la tutela della salute pubblica, in particolare delle condizioni di salute della popolazione esposta. L’inquinamento atmosferico infatti, sia di origine industriale che urbano, incide in modo molto più marcato sulla speranza di vita e sulla frequenza di malattie croniche di quanto fosse stato riconosciuto anche solo qualche decennio fa.
Dr.Remo Carlo Egardi – Biologo – Ordine dei Biologi AA_25794
Riferimenti bibliografici
· Ambiente e salute in Italia- Organizzazione Mondiale della Sanità – Centro Europeo Ambiente e Salute – Roma
· Marcello Di Muzio -Vademecum per l’ambiente –EPC Libri
· Lester R. Brown e altri – State of the World – ISEDI
· National Institute for Occupational Safety and Health del Governo USA
· Maria Rita D’Orsogna,1 and Thomas Chou2 1Department of Mathematics, California State University at Northridge, Los Angeles, CA 91330-8313 2Department of Biomathematics, David Geffen School of Medicine, University of California, Los Angeles, CA 90095-1766 Dated: January 14, 2010)
· Baldo, F. 2012. Studi di composti organici volatili tramite TD-GC-MS in ambienti indoor ed outdoor in prossimità di un sito siderurgico
· Gustafson, P., Barregard, L., Strandberg, B., Sällsten, G., 2007. The impact of domestic wood burning on personal, indoor and outdoor levelsof 1,3-butadiene, benzene, formaldehyde and acetaldehyde. Journal of Environmental Monitoring 9, 23-32.
· McGraham G. e Murray F., Air Pollution and Health in Rapidly Developing Countries, Earthprint, 2003.
Riferimenti legali
· Inquinamento atmosferico – Emissioni molestie “superiori alla normale tollerabilità” – Natura.Le molestie, per essere rilevanti ai fini dell’art. 674 c.p. devono risultare, secondo il disposto dell’art. 844 c.c., “superiori alla normale tollerabilità”. A tal fine è necessario verificare se le emissioni rivestono effettivamente un carattere molesto, cioè sgradevole o fastidioso e come tale avvertibile da un numero di cittadini. – PRES MARRONE – EST. COLONNESE – Imp. Trincale – P.G. VIGLIETTA (conferma Tribunale sez. Dist. Milazzo sentenza del 14/07/2003).CORTE DI CASSAZIONE PENALE, Sez. V, 14 GIUGNO 2004 (ud. 7 maggio 2004), sentenza n. 26649
· “Inquinamento atmosferico – Nozione di molestie – Emissioni. In tema d’inquinamento atmosferico, nella “nozione di molestie” si deve ricomprendere tutte le situazioni di fastidio, disagio, disturbo e comunque di “turbamento della tranquillità e della quiete delle persone”, che producono “un impatto negativo, anche psichico, sull’esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione” (v., tra le molte, sez. I, 22.1.1996 n. 678, PM in c. Viale; sez. III, 24.1. 1995 n. 771, Ranaldi; sez. I, 4.2.1994 n. 1293, Sperotto); su tali basi è stato ritenuto che costituisce molestia anche il semplice arrecare alle persone diffusa preoccupazione ed allarme circa eventuali danni alla salute derivanti da esposizione a emissioni atmosferiche inquinanti (sez. III, 7.4.1994 n. 6598, Gastaldi). Pres. Lupo – Est. De Maio – Ric. Bortolato.CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. III, 10 ottobre 2006 (Ud. 21/06/2006), Sentenza n. 33971 “