In punta di piedi (chiude Calzature Cereda)
Concorezzo. Via Paterini la riconosci per la luce calda che, dalle vetrine di un piccolo negozio di scarpe, illumina la strada nelle sere d’autunno. Dopo 75 anni di servizio – 69 dei quali nell’attuale sede – abbassa le claire per l’ultima volta “Cereda Calzature” di Cereda Marilena a Concorezzo.
La storica attività fu aperta inizialmente da Carlo, per poi essere portata avanti dalla quinta dei sei figli, prima con il prezioso aiuto di mamma Rosi e poi in autonomia. Una scelta dovuta alla necessità, certo: portare avanti l’attività di famiglia quando papà Carlo è mancato. Ma Marilena non è tipa che si arrende facilmente. Si era iscritta a Brera e aveva la passione per tempere e pennelli, non voleva rinunciarvi. E così, ecco che le vetrine sono diventate la sua tela. I colori? Le calzature. Le mani abili hanno costruito negli anni gli allestimenti per il cambio di stagione, vere e proprie occasioni per creare atmosfere calde e accoglienti e valorizzare le scarpe esposte.
Una ricerca del bello che è passata dai dettagli. Un’educazione coltivata negli anni.
Prima, una bambina che si sedeva vicino al papà Carlo battendo chiodini con un martello su un piccolo pezzo di legno mentre lui cuciva tomaie e suole, un po’ per imparare e molto per stare insieme. Poi, una donna che sceglie i pezzi migliori tra le file aride dei campionari nei magazzini e, nelle sue vetrine, li circonda di colori e materiali che raccontano storie.
Nessuna vetrina del negozio è mai stata solo una vetrina e nessuna calzatura solo una scarpa.
Nonostante la transizione da calzolai a rivenditori, la qualità e la relazione con le persone sono sempre state una priorità, tra voci gentili e colpi di martello. Perché non si fanno più le scarpe, ma aggiustarle e sistemarle, prendersene cura, rimane un’arte antica e attuale al tempo stesso.
Le scarpe di Marilena hanno rappresentato un porto sicuro per generazioni di concorezzesi: sono state le scarpe belle e comode, anche quando le mode capricciose hanno proposto modelli mortificanti. Perché dall’altro lato del bancone, una persona ha scelto le calzature pensando a ciascun cliente: “Queste le piaceranno di sicuro”, “Ne prendo un paio del 35 anche per quella signora, che me le chiede a ogni nuova stagione”.
Prima Carlo e poi Marilena hanno lavorato meticolosamente negli anni, diventando una presenza costante ma discreta che ha accompagnato il cammino dei cittadini. E così come hanno iniziato, lasciando che il loro lavoro e la qualità dei prodotti si facesse pubblicità da sé, la chiusura arriva in punta di piedi, silenziosa ed elegante.
Non si chiude per necessità, ma per una scelta.
Il negozio ha superato a testa alta le forti onde mosse da un mercato in cambiamento, sempre più veloce e meno attento alla qualità. Non è una fine triste, ma l’inizio di un nuovo capitolo. Adesso non è più tempo di lavorare, dopo una vita passata a farlo; è tempo di nuove avventure e tante passeggiate con i nipotini (esclusivamente con scarponcini con suola in vibram!).
La luce si spegne il 30 settembre 2023 con un pizzico di malinconia e tanta serenità. Le storie ascoltate da chi è passato rimangono qui, tra gli scaffali e sull’uscio, a farci compagnia e illuminare questo pezzo di strada in via Paterini.
Chiara, Anna, Marco, Giulia Magni
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