October 5, 2024
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Carlòta, la commerciante più storica del paese: 100 anni di ricordi

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carlota.jpgConcorezzo. A quei tempi il gelato costava 5 lire, “10 quand l’era tantu“. Limone, fragola, pistacchio, crema, panna, nocciola e cioccolato i gusti: prodotto rigorosamente artigianale, fatto a mano, nel retro del negozio. Carlotta Mondonico, per tutti “Carlòta“, dal 1937 al 1973 nella sua gelateria-pasticceria di via De Capitani 5 ha venduto di tutto: torta nera, “frittelle per sant’Antonio e sant’Agata“, stringhe e rotelle di liquirizia, pipette e ochette di zucchero, farina di castagne, “micette” e piccoli fuochi artificiali. Ricordi vivi, precisi, lucidi, in barba ai 100 anni che correranno, tra l’affetto di parenti, conoscenti e vicini di casa, il prossimo 12 novembre.

Ieri, giovedì, Carlotta ha ricevuto la visita del vicesindaco e assessore alle Attività produttive, Micaela Zaninelli e del presidente dell’Associazione Commercianti, Antonio Mandelli. “E’ la commerciante più storica“, spiega sorridendo Mandelli, che le ha portato in dono, a nome della categoria, una copia incorniciata di una fotografia del 1958 tratta dall’Archivio Storico: è un momento del corteo religioso con il novello sacerdote don Ersilio Cereda, accompagnato dal parroco don Carlo Pellegatta e da don Roberto Noè. Sullo sfondo il negozio di “Carlota”, il calzolaio Abele Parma (“Giot”) e il fruttivendolo Bernardo Brambilla. 
carlota (4).jpg100 ANNI E IL SEGRETO DELLA LUNGA VITA. Carlotta Mondonico è nata a Concorezzo, in Cascina San Vincenzo, il 12 novembre 1916: ha vissuto due guerre mondiali, vinto due dure battaglie con la malattia, “importato” il gioco della scala quaranta al centro anziani (“allora giocavano solo a briscola e scopa“), servito tonnellate di cioccolata calda con panna alle ragazze dell’oratorio che si fermavano da lei la domenica pomeriggio. Alle pareti dell’appartamento di via Libertà, nella palazzina che si snoda sopra il bar Moderno, ci sono i quadri di Antonio Panceri: Carlotta tiene per mano il vicesindaco Zaninelli ringraziando per la gradita sorpresa. E’ determinata quando dice “adess basta fotu” agli scatti continui di Mandelli, si illumina negli occhi quando entra in casa uno dei bisnipoti. Dal matrimonio con Basilio Bordogna sono nate le tre figlie Enrica, Luisa e Ornella. “Il segreto per arrivare a 100 anni? Non c’è! Bisogna prendere la vita come viene, sapersi accontentare e lavorare! Io ho sempre lavorato e anche i nipoti (5, a cui si aggiungono 6 bisnipoti) mi hanno tenuta giovane con tutto quello che c’era da fare“. Eppure qualche segreto lo tiene nascosto: l’amore per i dolci e i pasticcini, un po’ di polenta e cassoeula a cui non rinuncia nemmeno adesso e il gioco delle carte per mantenere allenata la testa. I 100 anni sono tutti presenti: la quinta elementare (tra le prime a fare anche l’ultimo anno dopo la quarta), il lavoro in tessitura al linificio di Vimercate dove andava a piedi, l’incontro sulla strada con il marito Basilio che invece andava a lavorare in falegnameria, il battibecco con il parroco Pellegatta perché lei aveva iniziato a lavorare e non frequentava spesso l’oratorio: la giovane, decisa, strappò in tutta la risposta la tessera-presenze. Lavorare, già. La gelateria-pasticceria aprì nel 1937, l’anno del matrimonio: sempre aperta, in settimana fino a mezzanotte, la domenica fino alla una di notte. Tavolini dentro e fuori, a darle una mano, oltre al marito, c’erano anche le figlie nel fine settimana. Nel 1973 le saracinesche si abbassano per sempre. I racconti di ieri le hanno rialzate facendo uscire emozioni e, perché no, un po’ di nostalgia. Alle 18, dopo un’ora di cordialità, vicesindaco e presidente dei commercianti salutano: è l’ora della pastina. Auguri, sa vedum!

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