Concorso “Il mio presepe”: ecco le foto dei lettori
LE FOTO DEI LETTORI (inviatele a info@concorezzo.org specificando nome, cognome e una eventuale descrizione/motivazione)
Concorezzo. A volte lo shopping natalizio inghiotte, divora. E così non si trova nemmeno il tempo di leggere, scoprire o raccontare che il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesepium e significa letteralmente “mangiatoia chiusa da una siepe“. E se manca il tempo per una fugace sbirciata al dizionario, figuriamoci quello per farne uno in casa, rispettando una tradizione che affonda le radici addirittura nel Medioevo.
Concorezzo.org quest’anno ripropone una sua storica iniziativa, arricchendola. Sul giornale e sulla pagina facebook saranno pubblicate tutte le foto dei presepi dei nostri lettori. Le opere più significative, più originali, più simpatiche ma anche le più cliccate saranno premiate con alcuni riconoscimenti messi a disposizione dai nostri sponsor (a breve l’elenco completo).
Le foto (in risoluzione web) andranno inviate a info@concorezzo.org specificando nome e cognome dell’autore e, volendo, un aspetto significativo dell’opera. Termine ultimo per l’invio il 25 dicembre. Il 6 gennaio verranno resi noti i “vincitori”, anche se la vera vittoria la firmeranno tutti quelli che ci aiuteranno a sostenere la tradizione.
Nella foto di Angelo Buscaini il presepe allestito nella chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano
ALCUNE CURIOSITA’
A pochi chilometri da Concorezzo si trova il Museo del Presepio
Come racconta la celebre enciclopedia Treccani nella sua versione on-line (www.treccani.it) il presepe ha origine dalle sacre rappresentazioni che si tenevano nelle chiese in occasione del Natale, alle quali è probabilmente da collegare anche il presepe vivente ricostruito da S. Francesco a Greccio. Con la loro decadenza, dopo il sec. 14° nacquero i primi allestimenti plastici permanenti, spesso di grandi dimensioni, che tendevano a mantenerne lo spirito di realistica rievocazione; caratteristici i presepi lucani e pugliesi, ambientati su un monte. I francescani e i domenicani, e in seguito i gesuiti, diedero impulso alla diffusione del presepe in Italia e in tutta l’Europa centrale. Il più antico presepe italiano conservato, almeno in parte, è quello di Arnolfo di Cambio (1280 circa) in S. Maria Maggiore a Roma, dove dal sec. 7° si venerava la reliquia della culla di Gesù; seguono il presepe di P. e G. Alamanno (1478) in S. Giovanni a Carbonara a Napoli e, nel sec. 16°, il p. di S. Bartolomeo a Scicli, in Sicilia, e quelli di G. Ferrari a Varallo e a Varese. Nel sec. 17° si diffusero i presepi mobili, allestiti anche nelle case, con composizioni sempre più complesse e ambientazioni dal vivo gusto realistico, raggiungendo nel sec. 18° il massimo sviluppo specie in alcuni centri, come Napoli o Genova. All’episodio della Natività si aggiunsero scene e personaggi secondarî, a sottolineare il contrasto tra la vita mondana e l’evento miracoloso, ma che divennero pretesto per virtuosistiche realizzazioni.