La storia di Sandro: devo la vita ai bassotti
Concorezzo. Più che il miglior amico dell’uomo, un angelo custode. O meglio due e tanti altri angeli custodi. Bassotti capaci di aprire gli occhi e il cuore delle persone che si prendono cura di loro, bassotti capaci di donare affetto e allegria, bassotti che chiedono aiuto ma che sanno ricambiare con quella parola purtroppo sconosciuta ai più, la riconoscenza.
C’è questo e tanto altro nel romanzo “Rifiorire coi bassotti“, fatica letteraria di Sandro Nigro, vulcanico animatore dell’associazione Cuor di pelo e promotore di tantissime manifestazioni di successo come le strabassotti.
IL ROMANZO
L’incontro fortuito dell’Autore, in mezzo alla nebbia e alle luci della vigilia di Natale, con un uomo misterioso, apre le porte a un racconto intenso, commovente e a tratti divertente.
L’uomo misterioso, in quell’atmosfera sospesa, inizia a raccontare la sua vita.
L’infanzia di un bambino costretto in un’armatura, sia fisica (il busto correttivo che lo rende distante dagli altri bambini) che mentale: la madre lo costringe a rimanere solo, lontano dagli altri bambini e gli impedisce di frequentare l’asilo, il parco, i giochi dei bimbi, impedendogli di vivere le gioie e la spensieratezza dell’infanzia. Il bambino cresce in casa e, meraviglia dell’infanzia, riesce a trovare divertimento nei lavori casalinghi o nei racconti di cucina delle amiche della nonna.
La nonna, donna siciliana, è l’unica persona che gli fa assaporare la bellezza di essere un bambino: lo coccola, gli parla e lo colma di attenzioni.
Il bambino cresce nella solitudine, salvata dalla creatività e dalla fantasia, in un continuo difficile rapporto con la sorella, distante e triste, e con la mamma autoritaria, fredda e litigiosa: depressa per avere un figlio così diverso dagli altri. E poi la morte del padre, dolce ma assente.
Crescendo avviene la scoperta della propria omosessualità e la reazione crudele della madre e della sorella, contrapposta a quella amorevole e comprensiva della zia e della nonna.
La morte della nonna lo riporta nel buio della solitudine da cui il protagonista esce grazie all’incontro con una bassottina, Matita, vivace e intraprendente, che gli cambia la vita (e il divano). La vita con il cane e l’incontro con un altro bassotto, Pastello, nel quale il protagonista si rispecchia, rappresentano una vera e propria rinascita, in un crescendo di positività, bellezza, fantasia, contornate dai disastri compiuti dai pestiferi bassotti.
E poi la piena accettazione della propria omosessualità, e infine l’idea di un’associazione per riunire tutte le persone accomunate dall’amore verso i cani e per aiutare quei bassotti che, come Matita e Pastello, sono stati abbandonati, lasciati soli a disperarsi: in Matita e Pastello, l’uomo ha riconosciuto la sua storia e la chiave per superare le tristezze della vita.
Questa è la storia di Sandro. Ma, forse, è anche la storia o il lieto line atteso da tante altre persone.