Lo sportello d’ascolto nelle scuole: uno spazio dedicato ai ragazzi e non solo

Gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale all’interno delle scuole ma, come ogni professionista che si rispetti, sono specializzati nelle loro discipline e non possono certamente occuparsi di tutto. Una questione che diventa impellente, soprattutto quando si parla dell’aspetto psicologico e dei problemi vissuti dai ragazzi, che negli anni scolastici affrontano una serie di cambiamenti del corpo ed una maturazione che spesso li rende nervosi, difficilmente prevedibili, e per questo motivo molto complessi da seguire. Ed ecco che, proprio in questo senso, la decisione di dotare ogni scuola di uno sportello d’ascolto (detto C.I.C.) può diventare un’occasione d’oro non solo per i ragazzi, ma anche per gli psicologi.
Sportello d’ascolto C.I.C.: di cosa si tratta e come funziona?
Informazione, consulenza, prevenzione, supporto: sono questi i quattro elementi che contraddistinguono l’operato dello sportello d’ascolto, che dovrebbe essere una realtà in tutte le scuole dello Stivale. Nonostante la sua presenza sia stata ufficializzata nel lontano 1990, solo di recente le Istituzioni e le scuole hanno deciso di muovere passi molto concreti verso questo strumento di supporto: al punto da mobilitare un gran numero di psicologi per rendere a tutti gli effetti operativi questi famosi sportelli d’ascolto C.I.C. (Centro di Informazione e Consulenza). Il loro scopo? Accogliere dubbi, domande e problemi rivolti non solo dagli studenti, ma anche dai genitori e dal corpo docente.
L’importanza del ruolo dello psicologo per le scuole
Chi meglio dello psicologo può prendere per mano i ragazzini e gli adolescenti e condurli verso la piena consapevolezza di loro stessi? Non si tratta di una missione semplicemente educativa, considerando che le corde toccate dagli psicologi vanno più in profondità e sono difficilmente eguagliabili da un semplice counselor. Soprattutto quando si tratta di fare da supporto a ragazzi problematici, ai sempre più frequenti giovani dislessici, e ai genitori che per primi trovano grandi difficoltà a rapportarsi con i propri figli. Senza poi escludere i professori stessi, che nello psicologo troveranno anche un aiuto per definire programmi personalizzati per ogni studente problematico.
Come diventare psicologi nelle scuole e negli asili?
Se il vostro sogno è di approfittare dello sportello d’ascolto per lavorare come psicologi a contatto con studenti, docenti e genitori, allora occorrerà fare un po’ di chiarezza per quanto riguarda l’iter da percorrere. L’università certamente rappresenta una tappa fondamentale per diventare psicologi dello sviluppo e acquisire nozioni nell’ambito della psicologia dei processi cognitivi. Da questo punto di vista, università online come l’Unicusano rappresentano un punto di riferimento del settore, difatti grazie al corso di laurea in psicologia, gli aspiranti psicologi avranno anche la possibilità di lavorare presso le istituzioni scolastiche, forti di una solida professionalità, fatta di tutte quelle conoscenze e competenze necessarie per intraprendere questa attività.
Formazione universitaria o Counseling?
Molto spesso a svolgere professioni simili si chiamano in causa anche i counselor, una figura professionale che ancora non è stata ben disciplinata dalla normativa nazionale, la cui formazione si basa su corsi più o meno lunghi e di diversa natura. Va da se che in queste condizioni il titolo di counselor non sempre equivale a garanzia di qualità, fatta eccezione per quei professionisti che fanno parte della relativa associazione di categoria, che stabilisce degli alti standard qualitativi per potervi accedere. In ogni caso però, soprattutto per professioni di questo tipo in cui si ha a che fare con dei ragazzi spesso durante periodi molto delicati della loro crescita, come può essere quello adolescenziale, è preferibile rivolgersi a uno psicologo, che può sicuramente vantare una formazione più ampia e può affrontare anche temi estremamente delicati.