December 10, 2024
#Dalla Brianza

L’800 Lombardo in mostra a Monza

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All’Orangerie della Reggia di Monza e ai Musei Civici di Monza è allestita fino al prossimo 28 luglio la mostra “800 Lombardo. Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati”, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e con il Comune di Monza, che propone un viaggio nella pittura e, più in generale, nella cultura della Lombardia del XIX secolo, attraverso un centinaio di opere dei principali protagonisti dell’epoca: da Hayez al Piccio, da Faruffini a Cremona, da Rosso a Previati e Segantini.

Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, analizza, grazie appunto alla straordinaria competenza di Bartolena, sia i movimenti e le tendenze iconografiche, sia la biografia e la personalità dei singoli artisti, offrendo al visitatore l’opportunità di scoprire un universo dinamico e sorprendente, artisticamente e intellettualmente molto raffinato e sperimentale, e di indagare la società del tempo seguendo un filo narrativo che si propone di far luce su un tema non sempre così noto, come la scena artistica lombarda dell’Ottocento.

La mostra, pur tenendo come fulcro l’ambiente milanese, in particolare il magistero dell’Accademia di Brera, indaga anche la situazione delle altre province lombarde. Nella Sala Espositiva dei Musei Civici di Monza è stata allestita una sezione dedicata alla scena artistica di Monza, città natale di pittori straordinari quali Pompeo Mariani, Mosè Bianchi, Eugenio Spreafico ed Emilio Borsa.

La rassegna si apre con la stagione romantica in cui primeggia la figura di Francesco Hayez, maestro e modello di intere generazioni di artisti. La sua lunga presenza nel ruolo di direttore a Brera ha lasciato un segno profondo sull’indirizzo culturale milanese. Insieme ad Hayez sono esposte le opere di alcuni pittori che da lui presero insegnamento per il proprio percorso e quelle di maestri a lui contemporanei, quali Giacomo Trecourt, Massimo d’Azeglio e Giuseppe Molteni.

La sezione successiva è dedicata ai “vedutisti” e ai “prospettici” della prima metà del secolo, quali Giovanni Migliara, Angelo Inganni e Luigi Bisi, che con i loro scorci cittadini e le scene di vita quotidiana offrono uno sguardo prezioso anche sull’urbanistica e sulla società del tempo.

Il percorso passa poi al periodo delle guerre di Indipendenza, con dipinti incentrati alle tematiche risorgimentali, tra cui spiccano autori quali Gerolamo e Domenico Induno, noti anche per le loro scene di genere, che narrano la vita delle classi meno abbienti e per quelle, eleganti e frivole, che raccontano immaginari incontri galanti ambientati nei loro salotti borghesi.

La personalità, visionaria e unica, di Giovanni Carnovali detto il Piccio introduce al sensibile cambio di rotta della seconda metà del secolo. Artista fuori dal proprio tempo, straordinario anticipatore di soluzioni linguistiche illuminanti per le generazioni successive, il Piccio è stato fondamentale per autori quali Federico Faruffini e, soprattutto, Tranquillo Cremona. Il primo, uomo tormentato e irrisolto, aprirà le porte a moderne interpretazioni della pittura storicista e letteraria; il secondo, con Daniele Ranzoni e Giuseppe Grandi, fonderà la Scapigliatura, movimento che si espresse tanto in letteratura quanto nelle arti visive, e cercherà risposte ai propri dubbi esistenziali e alla propria vocazione ribelle in atteggiamenti ostentatamente “bohémien” e con un linguaggio artistico sperimentale e moderno, sul quale affonderà le proprie radici molta della pittura dei decenni successivi.

La mostra propone anche una serie di focus su alcuni artisti forse non così noti, ma che hanno profondamente segnato gli sviluppi della pittura dell’epoca, come i citati Piccio e Faruffini, ma anche come Luigi Conconi.

Nella seconda metà dell’Ottocento anche il genere del paesaggio raccolse grande fortuna. Molte sono le tele che ritraggono le campagne brianzole, le vette alpine e le suggestive acque dei laghi, dipinte da artisti quali Eugenio Gignous, Silvio Poma e Filippo Carcano.

L’esposizione si ferma alle soglie della nascita del Divisionismo, con alcune opere giovanili di Previati e Segantini, quando la loro poetica era ancora vicinissima alla Scapigliatura, seppur già sensibile alle atmosfere del Simbolismo.

La mostra è visitabile dal mercoledì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 19 e il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura).

La sezione ai Musei Civici è invece aperta negli orari del museo: fino al 31 maggio il mercoledì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, il giovedì dalle 15 alle 18 e il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; dall’1 giugno il mercoledì dalle 15 alle 18; il giovedì dalle 15 alle 18 e dalle 20 alle 23 e il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti internet www.vidicultural.com, www.reggiadimonza.it e www.museicivicimonza.it. Si possono contattare gli organizzatori via e-mail all’indirizzo di posta elettronica 800lombardo@gmail.com.