Aggressione a Salvini: la "mafia sociale" che vuol combattere e picchia i giornalisti

aggressionesalvini.JPGBologna. "Ohhhh! Combattiamo!". La follia e l'invasamento dei giovani squadristi dei centri sociali che hanno aggredito Matteo Salvini oggi a Bologna sta anche nell'urlo di uno dei ragazzi inquadrati nei tanti video dei giornali. Combattiamo? E in nome di cosa? E per conto di chi? E soprattutto, combattiamo contro cosa? Vale davvero la pena vedere il video del Resto del Carlino che racconta più di tante parole la giornata di ordinaria follia di un nutrito gruppo di moderni squadristi, alcuni debitamente incappucciati e armati di spranghe e sassi. Un blitz da mafia sociale: come dire questa è terra nostra (la terra dove è stato ucciso Marco Biagi), chi la pensa diversamente non ha libertà di espressione.

Salvini, insieme al candidato presidente alla Regione Emilia Romagna, Alan Fabbri, voleva ispezionare il campo rom di Bologna a cui l'amministrazione comunale, a spese dei cittadini, paga bollette ed utenze. Un sopralluogo come tanti, preceduto da una cordiale chiacchierata con i tanti giornalisti. Poi scatta l'aggressione, volano insulti, spuntano incappucciati e sassi e spranghe: Salvini e Fabbri sono costretti a fuggire, l'autista ha il sangue freddo di accelerare senza far male a nessuno, e dovendo fare i conti con uno squadrista salito sul tetto della vettura. Poi qualcuno manda in frantumi il lunotto posteriore. "Se non ce ne fossimo andati, saremmo stati linciati", racconterà poi Salvini. Ma uno dei particolari più sconvolgenti è il finale del video, con uno degli invasati assalitori che urla: "Ohhh! Combattiamo". Il video ora è al vaglio degli inquirenti. 

"Agiremo velocemente nei confronti degli autori dell'aggressione in via Erbosa. E cercheremo di individuare anche gli autori del vigliacco agguato al giornalista del Resto del Carlino". Lo dice all'Ansa il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, delegato ai rapporti con la stampa.