Ambasciatore trucidato in Congo, Brianza in lutto

Limbiate. "Gli dedicheremo Villa Medolago, una struttura che il Comune ha appena acquistato e che trasformera' in un centro culturale". Queste le parole del sindaco di Limbiate, Antonio Romeo, il quale in attesa di proclamare il lutto cittadino per la tragica morte dell'ambasciatore nella Repubblica del Congo, ha voluto ricordare l'amico Luca Attanasio come una "persona molto legata al suo paese". Cosi' legato, che nell'ultimo messaggio che gli ha inviato lo scorso venerdi' alle 18.06, gli faceva i complimenti per essere "finalmente riuscito a fare quell'operazione che tanto sognavamo: l'acquisto di Villa Medolago". "Luca per noi non era un ambasciatore, per noi era un amico. Sempre sorridente, giovanile e disponibile. Era una forza della natura - ricorda il sindaco Romeo -. Ogni che volta che tornava a Limbiate andava dalla famiglia, poi incontrava gli amici di sempre dell'oratorio e infine mi dedicava un quarto d'ora per un caffe' e qualche chiacchiera sul nostro amato paese". Mentre le bandiere del municipio di Limbiate vengono posizionate a mezz'asta a ricordo del 42enne concittadino scomparso, il sindaco parla di Attanasio come "un esempio di come una persona semplice, che ha fatto le scuole pubbliche in un paese di provincia come il nostro, un ragazzo dell'oratorio che si e' sempre occupato di volontariato, possa poi realizzarsi professionalmente come ha fatto lui. Era uno degli ambasciatori italiani piu' giovani e sono convinto che ne avrebbe fatta ancora tanta di carriera". Un pensiero anche ai genitori e alla sorella di Luca: "Devo ancora andare a parlare con loro. Sto cercando le parole giuste per esprimere il dispiacere e la gratitudine di tutta la cittadinanza". 

IL CORDOGLIO DEL PARROVO

"Luca era un ragazzo cresciuto all'oratorio di Limbiate. Era una luce che fa breccia nella nebbia, illumina e riscalda". Con queste parole, don Angelo Gornati, attuale parroco di Cesate ma per diversi anni alla guida della parrocchia di Limbiate, ricorda Luca Attanasio, ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo, ucciso oggi nel corso di un attentato in Africa. "Era capace di cogliere il lato positivo presente in ogni persona, di cucire i rapporti, di costruire ponti - ricorda don Angelo - e ogni volta che tornava a casa dalle varie parti del mondo in cui veniva mandato, correva subito dalla famiglia, ma subito dopo veniva in parrocchia e all'oratorio". Don Angelo ricorda anche l'impegno di Luca Attanasio nel sociale, sia ai tempi dell'oratorio, sia ultimamente, nel corso della sua missione in Congo. "Da adolescente, insieme ad altri suoi amici, Luca fondo' il 'gruppo Aurora' che aveva il compito di seguire ed andare a trovare gli anziani malati della comunita' - ricorda don Angelo -. Piu' avanti fondo' anche un altro progetto che si occupava di ragazzi disabili, organizzando per loro gite e vacanze". "Negli ultimi anni, invece, insieme alla moglie, si e' occupato dei bambini di strada in Congo - conclude don Angelo -. Soprattutto Zakia, sua moglie, stava per costruire una casa per questi bambini con dei fondi messi a disposizione dalla Cei". 

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TRUCIDATO IN UNA FORESTA

Portati nella foresta, dopo aver eliminato l'autista, e uccisi: cosi' sarebbero morti l'ambasciatore italiano in Congo e il carabiniere di scorta, secondo una prima ricostruzione delle fonti di polizia locali, al vaglio degli inquirenti italiani. Il commando di 6 persone avrebbe prima attaccato il convoglio e ucciso l'autista. Gli assalitori avrebbero quindi condotto gli altri nella foresta e, proprio mentre stavano arrivando delle forze locali in soccorso, avrebbero sparato al carabiniere, circostanza nella quale anche l'ambasciatore e' morto.