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Concorezzo. Un connubio tutto concorezzese tra cucina tradizionale, prodotti a km0 e cultura locale. L'Associazione Atena, per la prima volta presente nel palinsesto di Concorezzo d'estate, lancia la Festa della Birra Eretica, evidentemente legata alla famosa etichetta prodotta ad Ornago da tre imprenditori concorezzesi. E così anche il tendone di Villa Zoja, dopo l'imponente manifestazione nel Parco di Monza, avrà la sua tre giorni dedicata allo street food con alcune peculiarità come lo stinco alla birra. Particolare attenzione alla scelta della carne per gli speciali maxi-hamburgher.

Appuntamento in via Villa Zoja dal 24 al 26 giugno (ingressi da via Dante, 25 Aprile e Libertà)

Il 26 giugno dalle 19 pic-nic musicale per famiglie.

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Eventi

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Con Atena tre giorni di Festa della Birra Eretica

Concorezzo. Un connubio tutto concorezzese tra cucina tradizionale, prodotti a km0 e cultura locale. L'Associazione Atena, per la prima volta presente nel palinsesto di Concorezzo d'estate, lancia la Festa della Birra Eretica, evidentemente legata alla famosa etichetta prodotta ad Ornago da tre imprenditori concorezzesi. E così anche il tendone di Villa Zoja, dopo l'imponente manifestazione nel Parco di Monza, avrà la sua tre giorni

foibe1.jpgConcorezzo. Non sono bastate le sedie della sala di rappresentanza del Comune per ospitare tutte le persone che, lunedì sera, hanno preso parte all'evento commemorativo in occasione del Giorno del Ricordo. Tanta voglia di sapere, tanta voglia di non dimenticare le decine di migliaia di italiani trucidati e gettati nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito. Tanta voglia di ascoltare le testimonianze dirette delle centinaia di migliaia di esuli che, a guerra finita, dovettero lasciare affetti e case per non subire le violenze delle milizie jugoslave. Tra questi esuli anche l'85enne concorezzese Ezio Barnabà, fuggito a 17 anni dalla sua Verteneglio, che oggi non è più Italia ma una cittadina croata chiamata Brtonigla. Barnabà ha raccolto l'invito delle associazioni Agp Cuncuress, Atena e Lombardia comunica che hanno commemorato il Giorno del ricordo con il patrocinio del Comune. Tra i relatori il deputato Massimiliano Capitanio e il consigliere Fabio Ghezzi, rappresentante di Atena. Nel corso della serata sono stati proiettati due filmati storici con le drammatiche immagini delle foibe e del conseguente esodo istriano-giuliano-dalmata e con alcune testimonianze dirette.

Nel suo discorso introduttivo, il deputato Capitanio ha fatto un lungo riferimento al discorso del presidente Mattarella che non ha esitato a parlare di pulizia etnica e a condannare fermamente il furore delle ideologie, da quella nazifascista a quella comunista, coraggiosamente e giustamente messe sullo stesso piano.

Ecco il discorso dell'onorevole Capitanio

oggi, 10 febbraio, ricorre il giorno del ricordo

In quel giorno, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia.

La legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Questa sera fermiamo la frenesia e la superficialità del quotidiano per parlare di pace, di speranza, per ricordare che con l’articolo 11 della Costituzione l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, per non dimenticare i livelli di orrore a cui può arrivare l’uomo in quel filo rosso che, in queste settimane, ha idealmente unito il Giorno della memoria, il giorno del sacrificio alpino e, oggi, il giorno del ricordo.

Usando le parole del Presidente della Repubblica Mattarella, "Il giorno del Ricordo, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe - l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa. Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità. Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con #lentezza e #fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo è uscito dal cono d’ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria.

Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.

Il discorso di Mattarella si conclude con un monito quanto mai condivisibile

Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le #ideologie e i #regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli».

Queste le parole del presidente Mattarella

Nelle foibe è stata sepolta l’umanità e sarebbe folle oggi, come fanno alcuni, cercare giustificazioni, spiegazioni, contestualizzazioni. Nelle foibe finirono uomini, donne, bambini, madri, padri, nonne, nonni, militari, fascisti, antifascisti, sacerdoti, laici. Purtroppo nelle foibe, come nei campi di concentramento, l’umanità muore ogni giorno, anche oggi:

l’umanità muore ogni giorno muore quando un sindaco nega l’intitolazione di una strada a Norma Cossetto, simbolo di questa barbarie, medaglia d’oro al valor civile grazie al Presidente della Repubblica Ciampi e di cui purtroppo sentiremo parlare nel documentario che proietteremo tra poco

l’umanità muore ogni giorno quando compare una scritta antisemita su un muro o addirittura davanti alla porta di casa

l’umanità muore ogni giorno quando un giovane viene aggredito e picchiato per il colore della pelle, come accaduto due giorni fa a un ventenne senegalese a Palermo

ma l’umanità muore ogni giorno anche sui social media con atti di bullismo mascherati da finto buonismo, da cinico calcolo di parte, atti di bullismo e negazionismo di chi per anni ha tenuto nascoste queste pagine di storia e oggi, invece vorrebbe arrogarsi il diritto di parlare a nome di tutti, di dare quella che sarebbe la “vera” versione dei fatti.

Questa serata nasce, per tornare alle parole di Mattarella, per ricordare una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo.

Lo dobbiamo alle vittime e a chi, come il nostro concittadino Ezio Barnabà, porta nel cuore e negli occhi troppi anni di silenzi, revisionismi, negazionismi.

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Non per dividere, non per giudicare, ma a uno solo scopo: la speranza che questi orrori non si ripetano mai più

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Cultura

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Foibe, c'è tanta voglia di sapere e non dimenticare

Concorezzo. Non sono bastate le sedie della sala di rappresentanza del Comune per ospitare tutte le persone che, lunedì sera, hanno preso parte all'evento commemorativo in occasione del Giorno del Ricordo. Tanta voglia di sapere, tanta voglia di non dimenticare le decine di migliaia di italiani trucidati e gettati nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito. Tanta voglia di ascoltare le testimonianze dirette delle centinaia di migliaia di esuli

atenafamiglia1.jpgConcorezzo. L'albo cittadino delle associazioni da qualche settimana registra una novità: si tratta di Atena, freschissimo sodalizio animato per lo più da giovani che, giovedì 9 luglio, faranno il proprio esordio ufficiale. L'occasione è data dall'organizzazione di un convegno su una tematica delicata e controversa: “La Famiglia. Difendere la famiglia naturale dalle insidie dell'ideologia gender". L'evento è patrocinato dal Comune. L'incontro si terrà nella sala di rappresentanza, in piazza della Pace, alle ore 21. L'ingresso è libero fino esaurimento posti.

"Il convegno tratterà un tema di stretta attualità - spiegano i promotori - con il pretesto di combattere antichi stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, anche soprattutto attraverso l'introduzione e la divulgazione dell'ideologia del gender. Una propaganda alimentata in modo sinergico da media nazionali e locali, introdotto in modo subdolo e sotterraneo negli ambienti scolastici e promosso ambiguamente anche dal mondo dell'associazionismo. Contro questa inumana e artificiosa ideologia sono scese in piazza domenica 20 giugno a Roma oltre un milione di persone, nella manifestazione trasversale “Stop-gender” che riconosceva nella famiglia naturale un valore antropologico e inalienabile per il bene di tutti. Anche Papa Francesco non ha esitato a descrivere così: «il gender è colonizzazione ideologica. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana».

Ne parleranno il professor Alberto Torresani, storico, professore e giornalista, il consigliere regionale Massimiliano Romeo, primo firmatario della mozione per l'istituzione della giornata in difesa della famiglia naturale in Regione Lombardia, il dott. Gabriele Borgoni, socio dello studio legale Borgoni&Prandi, e Marco Invernizzi, scrittore e giornalista, responsabile di "Alleanza Cattolica" in Lombardia.

Porteranno i loro saluti Antonia Rina Ardemani, assessore alla cultura del comune di Concorezzo e Alessandro Zardoni, segretario dell'associazione Atena. "Questo primo appuntamento - concludono i promotori - avrà carattere specificatamente divulgativo, ma in futuro l’associazione Atena lavorerà ad altri incontri di rete, dibattito e coordinamento riguardo le stesse tematiche".

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Cultura

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La nuova associazione Atena si presenta con un convegno sulla famiglia

Concorezzo. L'albo cittadino delle associazioni da qualche settimana registra una novità: si tratta di Atena, freschissimo sodalizio animato per lo più da giovani che, giovedì 9 luglio, faranno il proprio esordio ufficiale. L'occasione è data dall'organizzazione di un convegno su una tematica delicata e controversa: “La Famiglia. Difendere la famiglia naturale dalle insidie dell'ideologia gender". L'evento è patrocinato dal Comune. L'inc

violenza_donne.jpgConcorezzo. Prevenire e contrastare gli abusi e le violenze è possibile. Gli strumenti per contenere una piaga devastante ci sono e se ne parlerà venerdì sera nella sala di rappresentanza del Municipio, grazie al convegno promosso dall'associazione culturale Atena. Aprirà la serata la consigliere delegata alle Pari opportunità, Cristina Panceri. Quindi si entrerànel vivo con gli interventi dell'avvocato Cristina Tomba e della psicologa Gabriella Esposto, che lavora presso il Centro antiviolenza del Pronto soccorso di Vimercate. Porterà al propria testimonianza anche una vittima di violenza. Modera Fabio Ghezzi, assessore e giornalista.

I DATI DELLA CARNEFICINA

Oltre cento donne in Italia ogni anno vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. E' una vera e propria strage. E ai femminicidi si aggiungono poi violenze che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare tante altre vittime. Sono migliaia le donne aggredite, picchiate, perseguitate, sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso. I numeri del femminicidio non sono certi e variano di qualche unita', ma sicuramente le donne uccise da un uomo, con cui hanno o hanno avuto un rapporto affettivo o familiare, non sono in diminuzione. Nel 2016 se ne sono contate 120. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia.

   Gli omicidi in ambito familiare, comunque, secondo le forze dell'ordine, sono in lieve ma costante calo: 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016. Ad accumunare i tanti casi spesso ci sono incomprensioni e tensioni familiari, il desiderio di separarsi, l'affidamento dei figli.

   Dall'inizio di aprile, oltre alle 4 vittime tra il primo e il 2 maggio (a Genova, Roma, nell'hinterland di Cagliari e nel salernitano), c'e' stato il caso della ragazza ventunenne uccisa a coltellate per gelosia dal fidanzato a Pietra Ligure, e quello della donna di 47 anni ammazzata nel sonno dal compagno nel catanese. L'uomo si era stancato della loro relazione e per liberarsene l'ha accoltellata mentre dormiva accanto a lui. Secondo un'analisi dell'associazione Sos Stalking, nel 32,5% degli omicidi avvenuti negli ultimi dieci anni e' stata utilizzata un'arma da taglio, nel 30,1% l'assassino ha dato fuoco alla vittima. Infine il 12,2% dei killer ha fatto uso di "armi improprie", il 9% ha strangolato la vittima e il 5,6% l'ha soffocata. La sensibilità' nei confronti di questo fenomeno sta crescendo tanto che l'8 marzo scorso, nel mondo, invece di festeggiare le donne hanno scioperato. Ci sono stati cortei, veglie, assemblee, flash mob per dire no alla violenza di genere e alle discriminazioni.

   Il preoccupante fenomeno dello stalking - Sono 3 milioni e 466 mila in Italia, secondo l'Istat, le donne che nell'arco della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno, il 16% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Di queste, 2 milioni e 151 mila sono le vittime di comportamenti persecutori dell'ex partner. Ma il 78% delle donne che ha subito stalking, quasi 8 su 10, non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto. 

   Cinque milioni per le vittime di violenza - Alle donne vittime di violenza e ai loro figli saranno destinati 5 milioni annui nel triennio 2017-2019. Lo prevede un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione alla Camera. Le risorse andranno al piano antiviolenza, ai servizi territoriali, ai centri antiviolenza e ai servizi di assistenza alle donne. Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità sarà quindi incrementato di 5 milioni annui.

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Cronaca

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Violenza di genere, una serata per dire basta

Concorezzo. Prevenire e contrastare gli abusi e le violenze è possibile. Gli strumenti per contenere una piaga devastante ci sono e se ne parlerà venerdì sera nella sala di rappresentanza del Municipio, grazie al convegno promosso dall'associazione culturale Atena. Aprirà la serata la consigliere delegata alle Pari opportunità, Cristina Panceri. Quindi si entrerànel vivo con gli interventi dell'avvocato C