debitori

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Concorezzo. Migliaia di euro di buoni mensa non pagati e che ricadono inevitabilmente sulle tasche di tutti i cittadini. Oltre al danno per le casse del Comune, questa volta il mancato versamento delle quote per i servizi di ristorazione cade direttamente su bambini e ragazzi. Da alcune settimane, infatti, sono oltre una trentina gli alunni e concorezzesi che, all'ora del pranzo, devono lasciare i plessi delle scuole dell'infanzia, della primaria o della secondaria per mangiare a casa. A fronte di situazioni socio-economiche oggettivamente complicate, infatti, dai controlli del Comune e della società di ristorazione SerCar di Trezzo sono emersi anche gli immancabili casi di "furbetti" o sbadati: famiglie che hanno tranquillamente deciso di non pagare il servizi mensa oppure che si sono dimenticati di pagare anche poche decine di euro di arretrati.

PRANZO A CASA. Dal momento che non è ancora possibile portarsi il pasto da casa (e forse non lo sarà nemmeno, per motivi di igiene e di prevenzione di intolleranze), il Comune ha dapprima avvisato i debitori con una lettera, poi è scattato il divieto di accesso alla mensa. I debiti verso il Comune vanno da 1200 euro fino a poche decine di euro. In totale a oggi sono 37 i nuclei famigliari con situazione ancora debitoria e sono ben 22 alunni che non possono usufruire del servizio mensa, finché mamma e papà non salderanno il debito. Quattro famiglie hanno accettato di rateizzare il debito dopo essersi confrontate con i Servizi sociali. Diverse famiglie,dopo aver "scroccato" il pasto alle elementari, hanno deciso di non usufruire della mensa alle medie, dove il servizio non è obbligatorio.

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Cronaca

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Mensa scolastica: genitori non pagano, bambini a casa

Concorezzo. Migliaia di euro di buoni mensa non pagati e che ricadono inevitabilmente sulle tasche di tutti i cittadini. Oltre al danno per le casse del Comune, questa volta il mancato versamento delle quote per i servizi di ristorazione cade direttamente su bambini e ragazzi. Da alcune settimane, infatti, sono oltre una trentina gli alunni e concorezzesi che, all'ora del pranzo, devono lasciare i plessi delle scuole dell'infanzia, della primar

soldi.jpgConcorezzo. Un tesoretto da 1 milione e mezzo di euro (per l'esattezza sono poco più di 1,4 milioni). E' quanto imprese, liberi professionisti e cittadini devono al Comune e non hanno mai versato. Crediti che l'Amministrazione comunale ha accumulato dal 2000 ad oggi (700mila € dal 2000 al 2014 e 700mila eruo solo nel biennio 2015-2016). Negli ultimi giorni è stato approvato un regolamento per la "definizione agevolata" delle entrate non riscosse che,è bene evidenziarlo, erano già state interessate da provvedimenti formali di ingiunzione. Un lungo elenco di debitori dove figurano storiche aziende fallite, famiglie in difficoltà economica, ma anche tanti "furbetti" e "sbadati". Sedici anni di tasse non pagate, di servizi utilizzati a scrocco (mensa, trasporti, canoni case comunali, etc), multe snobbate che hanno creato un vero e proprio tesoretto. "Posso stimare che il 40% di questi crediti si debba a persone realmente in difficoltà, il resto si è creato per altri motivi tra cui aziende che hanno subito la crisi o tanti cittadini che hanno dimenticato i loro doveri", spiega il sindaco Riccardo Borgonovo.

Come rientrare. I debitori verranno contattati per definire un rientro agevolato, con la proposta di pagare quanto dovuto senza sanzioni o interesi. L'avviso verrà pubblicato anche sul sito internet del Comune. L'elenco dei debitori è depositato in Municipio ed è consultabile con l'accesso agli atti se motivato.

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Cronaca

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Tasse, multe, affitti e servizi non pagati: il Comune ha crediti per 1,5 milioni

Concorezzo. Un tesoretto da 1 milione e mezzo di euro (per l'esattezza sono poco più di 1,4 milioni). E' quanto imprese, liberi professionisti e cittadini devono al Comune e non hanno mai versato. Crediti che l'Amministrazione comunale ha accumulato dal 2000 ad oggi (700mila € dal 2000 al 2014 e 700mila eruo solo nel biennio 2015-2016). Negli ultimi giorni è stato approvato un regolamento per la "definizione agevolata" delle en