Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al momento, viene raccontata come una sorta di "centro di smistamento", un polo di prima accoglienza in attesa di trovare la definitiva destinazione dei cittadini accolti in Italia.
La premessa è fondamentale: del progetto sono informati il prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, il sindaco e l'Amministrazione di Vimercate, la proprietà dell'immobile, ovvero Esselunga, nel cui cda siede anche l'ex prefetto di Milano, Paolo Francesco Tronca, con una lunga esperienza all'interno del ministero degli Interni. Ma al momento questo progetto è soltanto un'ipotesi. Il Prefetto Palmisani si sarebbe già confrontata con il Viminale e qualcuno le avrebbe già fatto notare che la soluzione è da scartare.
Fatta questa premessa, l'hub immigrati in quella posizione, che rappresentò un baluardo strategico nella lotta al Covid, è una follia. Portare un centro di prima accoglienza in quel quartiere a ridosso del centro, senza nemmeno sapere per quanti ospiti e per quanti mesi o anni, snaturerebbe anni di lavoro e di progetti mirati alla riqualificazione residenziale del Quartiere Sud, che ha portato negli anni alla chiusura di un tratto di Monza-Trezzo e poi allo spostamento del supermercato.
Lontano da qualsiasi sfumatura politica, è un dato di fatto che i grandi centri di accoglienza portino con sè problemi di sicurezza. E sarebbe folle portarne un altro in una zona dove, proprio il Prefetto Palmisani, insieme alle Forze dell'ordine, è dovuto intervenire col pugno di ferro per riportare sicurezza e legalità dopo che nell'area ex Frette si erano ripetuti episodi di spaccio e violenza.
Un polo di quel tipo svaluterebbe il valore delle case e, in un momento delicatissimo per l'economia e per il settore edile, a partire dal drammatico aumento delle rate dei mutui, metterebbe a serio rischio la vendita dei nuovi alloggi realizzati in zona.
Dopo la conferenza pilatesca del sindaco di Vimercate, Francesco Cereda, che di fatto non ha detto nè sì nè no, buttandola inutilmente in politica, l'Amministrazione di centrosinistra non potrà non tener conto delle centinaia di firme raccolte dai residenti in queste ore.
Non da ultimo negli ultimi dieci giorni gli sbarchi si sono fermati e, fonti interne al ministero, fanno sapere che non c'è una necessità di strutture di questo tipo, a meno che non si voglia mettere a reddito l'immobile. E questo sarebbe due volte inaccettabile.
Se infine la Prefettura dovesse ritenere che la Provincia di Monza dovrebbe dotarsi di una struttura di smistamento dei profughi, eventualmente convertibile per le emergenze sanitarie, potrebbe convocare una conferenza dei sindaci e valutare di trovare un immobile che garantisca sicurezza e sostenibilità del contesto. Tutte caratteristiche che l'immobile di Vimercate non ha.
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Cronaca
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al mo
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al momento, viene raccontata come una sorta di "centro di smistamento", un polo di prima accoglienza in attesa di trovare la definitiva destinazione dei cittadini accolti in Italia.
La premessa è fondamentale: del progetto sono informati il prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, il sindaco e l'Amministrazione di Vimercate, la proprietà dell'immobile, ovvero Esselunga, nel cui cda siede anche l'ex prefetto di Milano, Paolo Francesco Tronca, con una lunga esperienza all'interno del ministero degli Interni. Ma al momento questo progetto è soltanto un'ipotesi. Il Prefetto Palmisani si sarebbe già confrontata con il Viminale e qualcuno le avrebbe già fatto notare che la soluzione è da scartare.
Fatta questa premessa, l'hub immigrati in quella posizione, che rappresentò un baluardo strategico nella lotta al Covid, è una follia. Portare un centro di prima accoglienza in quel quartiere a ridosso del centro, senza nemmeno sapere per quanti ospiti e per quanti mesi o anni, snaturerebbe anni di lavoro e di progetti mirati alla riqualificazione residenziale del Quartiere Sud, che ha portato negli anni alla chiusura di un tratto di Monza-Trezzo e poi allo spostamento del supermercato.
Lontano da qualsiasi sfumatura politica, è un dato di fatto che i grandi centri di accoglienza portino con sè problemi di sicurezza. E sarebbe folle portarne un altro in una zona dove, proprio il Prefetto Palmisani, insieme alle Forze dell'ordine, è dovuto intervenire col pugno di ferro per riportare sicurezza e legalità dopo che nell'area ex Bassetti si erano ripetuti episodi di spaccio e violenza.
Un polo di quel tipo svaluterebbe il valore delle case e, in un momento delicatissimo per l'economia e per il settore edile, a partire dal drammatico aumento delle rate dei mutui, metterebbe a serio rischio la vendita dei nuovi alloggi realizzati in zona.
Dopo la conferenza pilatesca del sindaco di Vimercate, Francesco Cereda, che di fatto non ha detto nè sì nè no, buttandola inutilmente in politica, l'Amministrazione di centrosinistra non potrà non tener conto delle centinaia di firme raccolte dai residenti in queste ore.
Non da ultimo negli ultimi dieci giorni gli sbarchi si sono fermati e, fonti interne al ministero, fanno sapere che non c'è una necessità di strutture di questo tipo, a meno che non si voglia mettere a reddito l'immobile. E questo sarebbe due volte inaccettabile.
Se infine la Prefettura dovesse ritenere che la Provincia di Monza dovrebbe dotarsi di una struttura di smistamento dei profughi, eventualmente convertibile per le emergenze sanitarie, potrebbe convocare una conferenza dei sindaci e valutare di trovare un immobile che garantisca sicurezza e sostenibilità del contesto. Tutte caratteristiche che l'immobile di Vimercate non ha.
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Cronaca
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al mo
Concorezzo. L'albergo "San Carlo" ormai è pronto. La cooperativa che ha acquistato lo stabile, chiedendo l'utilizzo a fini residenziali e non alberghieri (questa seconda ipotesi sarebbe molto più costosa) per farne un piccolo centro di accoglienza per profughi o aspiranti tali potrebbe teoricamente aprire le porte già in queste ore e, stando ai documenti presentati in Comune, avrebbe potuto farlo anche nei giorni passati. In realtà l'iter è stato rallentato per una serie di motivi. In primo luogo il sindaco Riccardo Borgonovo starebbe "trattando" con la cooperativa e la Prefettura per ospitare all'interno dell'ex albergo solo delle famiglie. "Questo ci consentirebbe di limitare leggermente il numero dei presenti (la struttura può ricevere 30-32 persone, ndr) e di tenere alla larga personaggi a rischio che, è inutile negarlo, esistono e vengono rimbalzati di Comune in Comune - spiega il primo cittadino - Se gli ospiti non sono ancora arrivati è perché non voglio che la decisione ci cada sulla testa dall'alto: voglio prima sapere chi viene, quanti sono, da dove vengono, se hanno creato problemi altrove". Qualche piccolo problema ci sarebbe già. Gli uffici comunali stanno verificando la realizzazione di un muretto esterno su suolo pubblico, che potrebbe configurarsi come abuso edilizio. E per questo sono state disposizioni per controllare ancora una volta autorizzazioni, pratiche e planimetrie. Intanto la Lega ha ottenuto in Giunta lo slittamento della concessione del patrocinio alla mostra sui migranti "La sfida dell'incontro" che, dal meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, approderà il 18 maggio all'oratorio cittadino. "La nostra posizione è chiara e motivata - spiega il segretario del Carroccio, Daniele Usuelli - Vogliamo evitare che si faccia confusione tra accoglienza e business dell'immigrazione: i dati del ministero dell'Interno ci dicono che solo un immigrato su venti (il 5%) ottiene lo status di rifugiato, il 13% riceve il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, il 19% consegue la protezione per motivi umanitari. Il 63% non ha diritto, quindi si tratta di clandestini: e lo Stato, cioè noi, spende milioni di euro per pagare vitto e alloggio a immigrati irregolari. Purtroppo certe iniziative rischiano di confondere le idee...".
Di parere opposto gli organizzatori della mostra, alcuni giovani dell'oratorio. "Per noi, giovani della Comunità Parrocchiale Santi Cosma e Damiano di Concorezzo - scrivono su Facebook - portare nella nostra città la mostra itinerante del Meeting Rimini 2016, "Migranti, la sfida dell'Incontro", rappresenta un momento di profonda rivalutazione e riflessione della questione (e si badi bene, non del problema, perché non lo è) di tanti nostri fratelli e sorelle che partono dai loro villaggi e paesi natii per giungere sulle coste della penisola italiana. Il titolo dell'installazione, si intreccia ed entra profondamente in contatto anche con il tema sviluppato dal Meeting stesso, "Tu sei un bene per me".

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Concorezzo. L'albergo "San Carlo" ormai è pronto. La cooperativa che ha acquistato lo stabile, chiedendo l'utilizzo a fini residenziali e non alberghieri (questa seconda ipotesi sarebbe molto più costosa) per farne un piccolo centro di accoglienza per profughi o aspiranti tali potrebbe teoricamente aprire le porte già in queste ore e, stando ai documenti presentati in Comune, avrebbe potuto farlo anche nei giorni passati. In