Camparada. Siano i cittadini a decidere se il 5% della futura popolazione debba essere imposto a tavolino da ministero dell'Interno e Prefettura. Dopo che un accordo tra privati ha messo a disposizione della cooperativa (il Consorzio Comunità Brianza) che gestisce l'emergenza profughi l'ex convento delle Canossiane, con possibilità di ospitare oltre un centinaio di persone, il clima resta teso nel piccolo Comune brianzolo di duemila anime. Mentre il sindaco ha espresso le sue perplessità in una lettera al ministro Alfano, lunedì sera la Lega Nord ha riempito la sala consiliare con un'assemblea pubblica promossa dal consigliere leghista di minoranza, Fabio Meroni, ex sindaco di Lissone ed ex parlamentare. Presenti l'onorevolo Paolo Grimoldi, il capogruppo in Regione Massimiliano Romeo e il segretario provinciale, Alberto Rivolta. Grimoldi ha ricordato le misure messe in campo a livello europeo da molti Stati per tutelare i confini (Francia, Inghilterra, Ungheria, Svizzera, Austria tra i tanti), mentre Romeo ha evidenziato la scelta del Pirellone di non mettere a disposizione alcun tipo di immobile o struttura regionale. Meroni di fronte alle richieste dei residenti che chiedevano azioni concrete e decise, ha illustrato la sua proposta: convocare con la raccolta di 350 firme un referendum cittadino per dare la parola ai residenti sul possibile acquisto dell'immobile (valore 1,5 milioni di euro) in modo che sia la comunità a sceglierne la destinazione. tra le ipotesi una residenza per anziani con uno spazio dedicato alla scuola materna, servizio non presente in paese. Operazione da finanziare in parte con un mutuo da accendere nel 2017 quando la normativa nazionale sbloccherà alcune risorse, in parte con il concorso di privati. Sulla destinazione socio-sanitaria si sta interessando anche il capogruppo Romeo in Regione. I residenti hanno in particolare richiesto misure di garanzia in termini di sicurezza e di controllo permanente dello stabile, qualora la struttura diventasse operativa come si ventila ormai da settimane.
Meroni ha letto anche una intervista del presidente del Consorzio Comunità Brianza in cui si parlava di piccole centri di integrazione e accoglienza per i richiedenti asilo: un modello abitativo in forte contrasto con l'ipotesi di piazzare un centinaio di profughi nel Comune più piccolo della Brianza, con un impatto sociale non trascurabile.

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Dalla Brianza
Camparada. Siano i cittadini a decidere se il 5% della futura popolazione debba essere imposto a tavolino da ministero dell'Interno e Prefettura. Dopo che un accordo tra privati ha messo a disposizione della cooperativa (il Consorzio Comunità Brianza) che gestisce l'emergenza profughi l'ex convento delle Canossiane, con possibilità di ospitare oltre un centinaio di persone, il clima resta teso nel piccolo Comune brianzolo di duemila
Concorezzo. Mario Giordano, scrittore e giornalista, dal 2014 direttore del TG4, sarà in città giovedì sera, alle 21,30, per presentare i suoi due ultimi libri: Vampirie Profugopoli. Un'analisi lucida, documentata e spietata sull'utilizzo delle risorse pubbliche non solo da parte della politica e della burocrazia, ma anche da quanti gravitano attorno alla fonte della solidarietà. Un intervento quanto mai di attualità alla luce dell'arrivo di una quarantina di richiedenti asilo nell'ex hotel San Carlo, al Milanino. L'evento è rpomosso dall'associazione Atena e sarà moderato dall'assessore Fabio Ghezzi, in veste di giornalista. Introdurrà il presidente di Atena, Alessandro Zardoni. Appuntamento con ingresso libero nella sala di rappresentanza del Comune, che ha concesso il patrocinio all'iniziativa. Mentre vampiri si occupa delle cosidette pensioni d'oro, Profugopoli racconta anche il lato "business" presente dietro le grandi e a volte indiscriminate campagne di accoglienza.
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Cultura
Concorezzo. Mario Giordano, scrittore e giornalista, dal 2014 direttore del TG4, sarà in città giovedì sera, alle 21,30, per presentare i suoi due ultimi libri: Vampiri e Profugopoli. Un'analisi lucida, documentata e spietata sull'utilizzo delle risorse pubbliche non solo da parte della politica e della burocrazia, ma anche da quanti gravitano attorno alla fonte della solidarietà. Un intervento quanto mai di attualit&a
Concorezzo. Nessuno, in assenza di fatti certi, vuole comprensibilmente parlare. Ma l'ipotesi che al Milanino possa arrivare un numero consistente di profughi, richiedenti asilo e clandestini sta prendendo forma. Tant'è che l'Amministrazione comunale vuole vederci chiaro e chiederà a breve un incontro urgente con il Prefetto di Monza. Anche l'Arma dei carabinieri è stata informata. Come nasce questa ipotesi? L'Hotel San Carlo, posto in via Monte San Michele 1, sarebbe in vendita e l'acquirente potrebbe essere una cooperativa di Monza. Cosa se ne fa una cooperativa di un albergo? La nostra redazione martedì ha provato a contattare l'albergo, ma chi ci ha risposto non ha voluto commentare. Poco dopo, però, è comparso un cartello fuori dalla struttura: "Chiuso a tempo indeterminato. Cambio gestione. Si prega di non suonare". Tanto mistero, forse troppo. Al di là della bagarre politica che ne potrebbe derivare, le domande oggettive sono (nel caso in cui questa ipotesi di vendita fosse fondata): questa struttura è adatta all'accoglienza di rifugiati o presunti tali? Il Comune è strutturato per gestire anche questa emergenza sociale, oltre ai casi che sta già affrontando (ad esempio 71 cittadini sono in graduatoria in attesa di un alloggio erp)? Esiste un piano di controllo rapido degli effettivi requisiti per richiedere protezione umanitaria? Quante persone verranno impiegate dalla cooperativa per coordinare corsi e attività di formazione? Le proteste scoppiate ad Agrate, le risse di Lesmo e Camparada e tanti episodi di cronaca dimostrano che l'accoglienza è un'operazione seria e laboriosa.
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Concorezzo. Nessuno, in assenza di fatti certi, vuole comprensibilmente parlare. Ma l'ipotesi che al Milanino possa arrivare un numero consistente di profughi, richiedenti asilo e clandestini sta prendendo forma. Tant'è che l'Amministrazione comunale vuole vederci chiaro e chiederà a breve un incontro urgente con il Prefetto di Monza. Anche l'Arma dei carabinieri è stata informata. Come nasce questa ipotesi? L'Hotel San Carlo




Agrate. Esiti davvero sorprendenti dopo il sopralluogo effettuato ieri dall'assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, insieme al capogruppo leghista al Pirellone, Massimiliano Romeo. Nella casa cantoniera di proprietà della Provincia di Monza e affidata in gestione alla Protezione civile i profughi ospitati sarebbero 124 e non 40-50 come annunciato nelle scorse ore. "Dovevano essere 40 e invece sono 124, tutti uomini - scrive Romeo su FAcebook - Entrano ed escono dal centro senza che nessuno li controlli. Arrivano dal Bangladesh, dal Senegal e dal Gambia dove non mi risulta ci siano guerre. Tutto questo grazie (si fa x dire) al Pd brianzolo con in testa Gigi Ponti presidente della provincia di Monza. L'unica nota lieta e' il fatto che non abbiano usato le tende della colonna mobile della protezione civile regionale".
“La Brianza sta diventando la terra promessa dei clandestini. E questo grazie all’immensa e inopportuna disponibilità della Provincia che ha deciso di concedere i propri spazi e i propri immobili sia ad Agrate, nella ex-Casa Cantoniera che a Limbiate, nella sede di Mombello.” Aggiunge Romeo. “ “Dato che gli esponenti PD alla guida della Provincia – prosegue Romeo – stanno dimostrando di avere più a cuore le sorti dei clandestini anziché quelle dei residenti, chiederò al governatore Maroni di non concedere più alcun contributo regionale alla Provincia di Monza e Brianza. Di fronte ad una invasione immigratoria senza precedenti, voluta e pianificata dal Governo centrale, chi rappresenta il territorio dovrebbe a mio avviso tentare di opporsi con ogni mezzo. Proprio il contrario di quanto sta facendo il PD, che governando Provincia e la maggior parte dei Comuni, sta compiendo di tutto, con soldi pubblici, per favorire l’arrivo dei clandestini in Brianza.”
Questo era stato l'annuncio del vicesindaco di Agrate: http://www.concorezzo.org/cronaca/lo-stato-obbliga-agrate-a-ospitare-un-campo-per-50-profughi-2456.html
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Cronaca
Agrate. Esiti davvero sorprendenti dopo il sopralluogo effettuato ieri dall'assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, insieme al capogruppo leghista al Pirellone, Massimiliano Romeo. Nella casa cantoniera di proprietà della Provincia di Monza e affidata in gestione alla Protezione civile i profughi ospitati sarebbero 124 e non 40-50 come annunciato nelle scorse ore. "Dovevano essere 40 e invece sono 124, tutti uomini - scriv
Concorezzo. Sono arrivati questa mattina i primi 28 ospiti dell'ex Hotel San Carlo, trasformato dal Consorzio Comunità Brianza in un residence per profughi in attesa di riconoscimento del diritto di asilo. Altre 6 persone, questa mattina impegnate in un corso di italiano, arriveranno nel pomeriggio. Tutti uomini, tutti giovani, i 34 cittadini stranieri erano precedentemente presenti nella struttura di via Spallanzani a Monza. Una comunicazione informale era arrivata solo ieri sera da parte della cooperativa.
Si apre così la nuova parentesi della stuttura di via San Rainaldo, all'angolo con via Monte San Michele, iniziata a ottobre con la vendita del complesso per circa 250mila euro.
"Non voglio sorprese e sono a disposizione 24 ore su 24 -commenta il sindaco Riccardo Borgonovo - Ho già incontrato gli ospiti e abbiamo avuto modo di parlare, anche con l'aiuto di interpreti, in italiano, francese e inglese. A breve attiveremo le collaborazione con le associazioni cittadine, mentre la stessa cooperativa che li gestisce garantirà 24 ore al giorno uno staff con 4 referenti e un coordinatore. Ho già incontrato anche diversi cittadini delle abitazioni limitrofe. Più ci relazioniamo, meglio è: questa struttura non deve essere un problema, loro non devono sentirsi prigionieri, ma nemmeno i residenti devono essere condizionati o cambiare abitudini. Ho preteso integrazione, rispetto delle regole e nessuna forma di accattonaggio".
Entro luglio la Prefettura di Monza invierà nei Comuni della Brianza altre 250 persone. Il parametro nazionale prevede al momento 2,5 profughi ogni mille abitanti. "Se non avessimo gestito questa situazione - spiega il sindaco - l'alternativa sarebbe stata quella di sparpargliarli nelle case sfitte senza coordinamento e controllo. La Polizia locale garantirà un maggiori presidio del quartiere".
Domani in Municipio vertice tra Amministrazione, Polizia locale, Arma dei carabinieri, cooperativa.
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Concorezzo. Le associazioni Caritas, Commissione Missionaria, Fili di Parole, Lado a Lado, Minervae Uniti nella diversità hanno deciso di continuare il cammino intrapreso alcuni mesi fa, per approfondire i temi dell'accoglienza e dell'integrazione.
"Mercoledì sera - spiega Francesco Facciuto di Minerva - parleremo di un tema complesso e che chiama in causa il nostro senso di responsabilità dinanzi a fenomeni epocali, che è opportuno analizzare con profondità. Parleremo della "questione profughi", con un focus sul caso siriano. Ci faremo guidare nella riflessione da Luciano Scalettari, giornalista di Famiglia Cristiana, Daniele Biella, giornalista e autrice di "Nawal - l'angelo dei profughi" (nella foto), e dai volontari Fulvia Tizianie Salvatore Di Vinti, delle associazioni SOSERM e Insieme si può fare. Auspichiamo una partecipazione attiva e numerosa da parte dei cittadini: in un momento storico che sembra privilegiare la costruzione di muri a tutela dei propri confini, un cambiamento di prospettiva passa solo attraverso un'opinione pubblica sensibile e informata".
Un evento che arriva a poche ore dalla visita del vescovo di Aleppo, Georges Abou Khazen, nella sede del Consiglio regionale della Lombardia. "Non abbiate paura dell'altro ma al tempo stesso mantenete sempre la vostra identita' e fate che sia rispettata e riconosciuta, senza permettere agli altri di annullarla e condizionarla: in sostanza predicate l'accoglienza continuando pero' a essere voi stessi", ha ammonito ricordando la difficile situazione del suo Paese e fornendo un quadro allarmante della situazione che sta vivendo oggi la citta' di Aleppo sotto assedio da quattro anni. Il vicario apostolico ha inoltre messo in allarme sul fatto che dalla Turchia parta solo un profugo siriano ogni cinque migranti ("Cosa c'è dietro?") e criticato l'embargo imposto alla Siria anche con il placet dell'Unione Europea, da cui si sarebbe aspettato un ruolo più attivo nelle politiche di pace.
Per saperne di più del libro di Daniele Biella clicca qui
Appuntamento presso il Centro Civico "Lino Brambilla" in piazza Falcone e Borsellino alle ore 21.
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Concorezzo. Le associazioni Caritas, Commissione Missionaria, Fili di Parole, Lado a Lado, Minerva e Uniti nella diversità hanno deciso di continuare il cammino intrapreso alcuni mesi fa, per approfondire i temi dell'accoglienza e dell'integrazione.
"Mercoledì sera - spiega Francesco Facciuto di Minerva - parleremo di un tema complesso e che chiama in causa il nostro senso di responsabilità dinanzi a fenomeni epocali,
Concorezzo. E' stato condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e sarà espulso dall'Italia il cittadino nigeriano, classe 1990, arrestato sabato mattina dai carabinieri dopo un inseguimento terminato all'interno del centro profughi presso l'ex Hotel San Carlo di via San Rainaldo. L'uomo era fuggito all'alt dei militari dell'Arma dopo essere stato sorpreso a chiedere soldi con una certa insistenza davanti al cimitero cittadino. L'inseguimento si era concluso all'interno della struttura residenziale che, da alcuni mesi, ospita richiedenti asilo. Il processo per direttissima si è tenuto questa mattina a Monza. Il giovane era incensurato ma senza permesso di soggiorno. Foto d'archivio
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Concorezzo. Sono passati più di cinque anni da quando l'ex Hotel San Carlo divenne ufficialmente un centro profughi. La struttura alberghiera di via San Rainaldo, all'angolo con via Monte San Michele, venne acquistata dal Consorzio Comunità Brianza, un aggregato allora di 22 cooperative (tra tipologia A e B) che ha fatto della gestione dei flussi migratori il cuore economico delle proprie attività, gestendo strutture e case private in tutta la Brianza. Una operazione di circa 200.000 euro, oltre ai soldi per la ristrutturazione interna, ampiamente ripagati dai fondi messi a disposizione dall'Unione europea e dallo stato italiano. Un'operazione coordinata dal ministero dell'interno e dalla Prefettura che costrinse l'Amministrazione, mai aggiornata sullo stato dell'arte, a fare da spettatore. A oltre cinque anni di distanza, il centro continua ad essere attivo e, quindi, presumibilmente, a ricevere soldi della collettività. Ma dopo cinque anni quali sono stati i risultati dell'integrazione? Quanti soldi sono stati spesi? Quante persone si sono avvicendate all'interno? Chi sono gli ospiti oggi presenti? Incredibilmente sembra che, al momento, nessuno sappia rispondere a queste domande.
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Concorezzo. Il parroco don Angelo Puricelli risponde alle sollecitazioni di papa Francesco sull'accoglienza ai richiedenti asilo. Ieri sera, martedì, il sacerdote ha incontrato i rappresentanti della Caritas e diversi cittadini per valutare la messa a disposizione (a titolo gratuito) di appartamenti per uno-due anni per ospitare un numero non ancora precisato di migranti.
L'appello è stato lanciato dallo stesso don Angelo attraverso una lettera ai fedeli.
Già in passato don Pino Marelli aveva valutato la possibilità di aprire le strutture della parrocchia ai migranti e si era anche vociferato di mettere a disposizione alcuni locali in oratorio. Questa volta l'operazione sembra partire con delle premesse ben più concrete, coinvolgendo però anche i privati. La Caritas potrebbe beneficiare dei fondi messi a disposizione dal Governo e dall'Unione europea attraverso la Prefettura: una cifra che varia da 31 a 41 euro a persona al giorno, comprensive del pocket money da 2,5 euro per spese personali.
LA LETTERA
Carissimi Tutti
della comunità di Concorezzo,
da qualche mese il Vescovo mi ha affidato a questa comunità chiedendomi da pastore di camminare con voi, segno della sollecitudine materna della Chiesa per la fede di tutti, la cura dell’umano e la vicinanza di Dio ad ogni situazione. Sono grato al Signore per il dono che mi è stato fatto, di un presbiterio che vuol bene al paese e alla sua gente e di una comunità generosa, attenta al cammino di tutti, specie i più fragili e poveri, e che fattivamente si fa carico attraverso la Caritas e i vari gruppi parrocchiali delle necessità legate ai bisogni di tante persone.
Mi sento però provocato da ciò che in questi giorni ripetutamente il Papa ci rivolge come invito all’accoglienza e dalla realtà che sembra bussare insistentemente alla porta del nostro cuore attraverso le immagini di chi, mosso dalla disperazione della guerra, della violenza e della povertà, fugge cercando ospitalità.
Mi chiedo che cosa il Signore ci stia chiedendo in questo momento e soprattutto quale grazia stia preparando per chi non resiste ai Suoi progetti e si lascia interpellare dalla forza dei fatti e della realtà.
Mi sono confrontato coi miei confratelli, don Stefano, don Aldo e don Giovanni e ci è sembrato opportuno provare a verificare in quale modo la comunità possa rispondere a questo appello della storia per non diventare cinici e indifferenti. Ecco perché abbiamo pensato di proporre un incontro con alcuni operatori di CARITAS AMBROSIANA che verranno per presentarci con quali modalità è possibile collaborare allo sforzo corale di accoglienza che in questo periodo estivo chiede di essere intensificato.
Le modalità di aiuto possono essere molte e dunque ciascuno è bene accetto, ma segnaliamo soprattutto la necessità di verificare se ci sia la disponibilità a prestare a titolo gratuito per almeno un anno e mezzo o due un appartamento che abbiamo sfitto o vuoto (sarà gestito da Caritas Ambrosiana coprendo interamente tutte le spese e lo stesso ente si farà garante della restituzione integra e nei tempi previsti).
Vi siamo grati per la disponibilità che certamente la comunità non farà mancare, anche se siamo consapevoli delle oggettive difficoltà del momento. Il Signore ci regalerà motivi di gratitudine per ciò che può rivelarsi un bene per noi e per tutta la nostra città.
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L'appello è stato lanciato dallo st
Concorezzo. Sarà processato lunedì mattina a Monza per direttissima il clandestino nigeriano arrestato questa mattina dai carabinieri di Concorezzo e Monza (leggi i dettagli). Il giovane, un trentenne senza documenti e apparentemente senza dimora, questa mattina si era posizionato davanti al cimitero di via Rimembranze chiedendo con una certa insistenza soldi ai passanti, soprattutto a persone anziane. I militari, che già da diversi giorni stavano pattugliando i paraggi del camposanto dopo le segnalazioni di molti cittadini che dicevano di sentirsi quasi "obbligati" a concedere qualche euro, si sono presentati davanti ai cancelli per i controlli di routine. Il clandestino nigeriano, a quel punto, ha deciso di darsi alla fuga: di corsa ha raggiunto il centro profughi di via Roma, all'interno dell'ex Hotel San Carlo, struttura dove probabilmente pensava di trovare riparo. Le gazzelle dei carabinieri lo hanno raggiunto e bloccato proprio all'interno del residence (alcuni testimoni avrebbero riferito dell'uso di spray al peperoncino per calmarlo). Dichiarato in arresto per resistenza a pubblico ufficiale, il clandestino è stato portato in Procura a Monza per l'identificazione. Sarà processato in Tribunale lunedì mattina. Al momento si esclude che l'uomo fosse tra gli ospiti ufficiale dell'ex Hotel San Carlo.
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Concorezzo. Trenta, trentacinque richiedenti asilo. E' questo il numero di profughi che Ministero dell'Interno e Prefettura di Monza e Brianza, tramite il Consorzio Comunità Brianza, faranno alloggiare in via Monte San Michele, nel quartiere Milanino. Come aveva anticipato in esclusiva concorezzo.org (leggi), la struttura è stata venduta, per 250mila euro, dall'ex proprietario al consorzio di cooperative che sta gestendo l'arrivo di centinaia di migranti in tutta la Brianza.
"E' una decisione che subiamo - spiega il sindaco Riccardo Borgonovo - Non dipende da noi e non abbiamo facoltà di intervenire. Sicuramente a breve faremo un'assemblea pubblica per informare la cittadinanza e chiedere la collaborazione di associazioni del territorio. Ho già detto al responsabile del Consorzio Comunità Brianza che la gestione deve avvenire con la massima serietà e con tutti i controlli del caso. Comunque l'ospitalità dei richiedenti asilo sarà a breve imposta per decreto dal governo, con 2,5 persone ogni mille abitanti. Aggiungo inoltre che, al momento, dalla Prefettura non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale: quello che sappiamo ci è stato riferito dai responsabili delle cooperative".Il Comune chiederà comunque l'intervento dell'Ats (ex Asl) per verificare l'idoneità della struttura, che è in questi giorni sottoposta a lavori di riqualificazione, forse anche per realizzare spazi comuni di cui al momento non sarebbe dotata.
Contraria a qualunque forma di intervento pubblico la Lega Nord, che ha già fatto sapere all'Amministrazione di non gradire questa imposizione dall'alto e che non tollererà incidenti come quelli avvenuti in molti Comuni brianzoli con proteste sulla qualità del cibo, forme di accattonaggio e risse. "Il 75% delle persone che si presentano come profughi poi vengono riconosciuti come clandestini, questi sono i dati del ministero - spiega il segretario del Carroccio, Vittorio Mandelli - Noi pretendiamo che ci siano controlli rigorosi, massima sicurezza nel quartiere e che non si usi la parola solidarietà per mascherare forme di business".
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Concorezzo. Operazione dei carabinieri di Concorezzo e Monza intorno alle 10,30 di oggi, sabato 8 luglio. Dopo un inseguimento a velocità sostenuta, i militari dell'Arma, per cause ancora da accertare, hanno arrestato un cittadino di nazionalità straniera che, nel tentativo di dileguarsi, aveva cercato rifugio all'interno dell'Hotel San Carlo di via Roma, dove da alcuni mesi sono ospitati diversi richiedenti asilo. Nell'operazione sarebbe stato usato anche spray al peperoncino. Secondo le testimonianze di alcuni cittadini, il fuggitivo sarebbe stato ammanettato proprio all'interno del centro profughi. Seguiranno aggiornamenti.
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Concorezzo. L'ipotesi che l'Hotel San Carlo di via Monte San Michele possa in futuro ospitare profughi o presunti tali non piace a qualcuno. Questa notte ignoti hanno imbrattato con dei pomodori l'ingresso della struttura su cui, qualche giorno fa, è apparso un cartello che ne annuncia la chiusura momentanea per cambio gestione. Al momento non c'è nulla di certo, se non la voce di una possibile cessione (che non sarebbe ancora stata completamente formalizzata) dell'immobile a una cooperativa di Monza. La notizia ha comunque messo in moto la macchina comunale che intende verificare la veridicità dell'ipotesi presso la Prefettura di Monza e Brianza. Il Comune, conme è risaputo, non ha alcun potere nella questione profughi, soprattutto quando la partita viene gestita direttamente da soggetti privati e, con il tramite del prefetto, dal ministero degli Interni. La bravata di questa notte potrebbe comunque finire all'attenzione dei carabinieri.
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Concorezzo. Il Papa chiama, don Pino risponde. Dopo l'appello del Pontefice alle parrocchie perché aprissero le porte ai rifugiati, il parroco della comunità dei santi Cosma e Damiano ha detto lì. Don Pino, che a ottobre lascerà il paese per occuparsi del Giubileo, ha confermato la disponibilità al cardinale di Milano, Angelo Scola. In programma il parroco ha già un primo confronto con la Caritas cittadina per venerdì 18 settembre. Gli spazi (alloggi parrocchiali, oratorio) sembrano non mancare, si tratta solo di definire la soluzione più idonea.
La disponibilità di don Pino non è certo una novità dell'ultima ora. Leggi qui: Don Pino accoglie l'invito di Scola "Pronto ad aprire l'Oratorio ai profughi cristiani del Medio Oriente"
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Cronaca
Concorezzo. Il Papa chiama, don Pino risponde. Dopo l'appello del Pontefice alle parrocchie perché aprissero le porte ai rifugiati, il parroco della comunità dei santi Cosma e Damiano ha detto lì. Don Pino, che a ottobre lascerà il paese per occuparsi del Giubileo, ha confermato la disponibilità al cardinale di Milano, Angelo Scola. In programma il parroco ha già un primo confronto con la Caritas cittadina per venerdì 18 settembre. Gli spa
Agrate Brianza. Arrivo dei profughi in Provincia di Monza e Brianza: dopo gli hub di Monza e Limbiate, il terzo centro temporaneo di prima accoglienza e smistamento dei profughi è stato attrezzato ad Agrate Brianza, nell’area di proprietà della Provincia di Monza e Brianza situata in viale delle Industrie (strada provinciale SP 11), dove sorgono anche una Casa cantoniera e un magazzino, quest’ultimo sinora in gestione alla Croce rossa italiana. La decisione, vincolante per il Comune, è stata comunicata all’Amministrazione comunale martedì scorso, 14 luglio, dal Prefetto di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi, nel corso di un incontro convocato ad hoc. Secondo l’informativa resa dalla stessa Prefettura, questo hub potrà ospitare dalle 40 alle 50 persone, non donne o minori ma solo uomini adulti. I controlli di profilassi sanitaria saranno eseguiti e ultimati prima dell’arrivo nel territorio di Agrate Brianza e dell’ingresso nell’hub. La permanenza dei profughi sarà di qualche settimana, tempo necessario alla formalizzazione della domanda di asilo, in attesa di essere poi trasferiti presso strutture di seconda accoglienza.
“Mercoledì 15 luglio, abbiamo fatto un primo incontro con il presidente del Consorzio Comunità Brianza, dal quale abbiamo ricevuto piena garanzia circa l’attivazione di ogni presidio atto a tutelare il funzionamento e il controllo, 24 ore su 24, della struttura, attraverso personale adeguato per quantità e per competenze, e circa la capacità di gestire ogni altra eventuale necessità che si dovesse manifestare a riguardo. Il prefetto ci ha rassicurato in tale senso e, in ogni caso, nelle strutture già deputate a fungere da hub di prima accoglienza non si sono verificati né ricadute problematiche per il territorio né disordini”, spiega il Vicesindaco Simone Sironi.
Nell’area sono presenti cinque tende, montate proprio per ospitare i profughi, una ex casa cantoniera e un magazzino: questi due edifici sono stati sgomberati e attrezzati per ospitare refettori e locali per attività integrative. Sono inoltre stati sistemati prefabbricati con servizi igienici. I costi di gestione (vitto e alloggio, attività di mediazione culturale e di integrazione, assistenza per l´orientamento legale e amministrativo, la copertura dei costi per la sistemazione dei locali) sostenuti dal Consorzio sono totalmente a carico dello Stato.
“In un’ottica di collaborazione e di accoglienza, l’Amministrazione comunale si è resa disponibile a un ulteriore confronto con il Consorzio Comunità Brianza per valutare l’opportunità di coinvolgere eventualmente le associazioni locali per attività che possano in qualche modo contribuire a inquadrare la permanenza di questi migranti in una cornice di reciproco dialogo e di integrazione costruttiva –dichiara Carmen Collia, Assessore ai Servizi sociali- Essendo inoltre il Comune di Agrate Brianza tra gli Enti locali firmatari del protocollo d’intesa con la Prefettura di Monza e Brianza, siglato lo scorso 1 luglio, per l’impiego in attività di utilità sociale di soggetti richiedenti protezione internazionale, vi sarà la possibilità di chiedere loro di svolgere servizi a favore della collettività. Si tratta di un’opportunità per questi migranti e non di un obbligo. Il Comune di Agrate ha siglato questo protocollo d’intesa prima di conoscere la decisione della Prefettura relativa a questo terzo hub, e tale protocollo si riferisce infatti alla possibilità di impiego in attività di utilità sociale per tutti i richiedenti asilo trasferiti sul territorio provinciale, pertanto sia per coloro che già si trovavano qui sia per coloro che sarebbero potuti arrivare in futuro”.
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Cronaca
Agrate Brianza. Arrivo dei profughi in Provincia di Monza e Brianza: dopo gli hub di Monza e Limbiate, il terzo centro temporaneo di prima accoglienza e smistamento dei profughi è stato attrezzato ad Agrate Brianza, nell’area di proprietà della Provincia di Monza e Brianza situata in viale delle Industrie (strada provinciale SP 11), dove sorgono anche una Casa cantoniera e un magazzino, quest’ultimo sinora in gestione alla Croce rossa ital
Concorezzo. Nessuna barricata a patto che il Comune garantisca controllo e sicurezza nel quartiere. Oggi, sabato, ha preso il via la raccolta firme promossa dai commercianti del Milanino per chiedere vigilanza in vista dell'arrivo di una trentina di migranti (potrebbero essere richiedenti asilo, cittadini con programmi di protezione o clandestini in attesa di istruttoria). "La mancanza di informazioni e partecipazione, fatta eccezione per quello che si legge sui giornali, è imbarazzante - spiega il coordinatore degli esercenti del Milanino, Andrea Molteni - Lo Stato centrale, a nostre spese, decide di imporci l'ospitalità ma si guarda bene dal comunicarne l'arrivo, preferendo fare come sempre tutto di nascosto. Questo è un quartiere che ha bisogno di attenzione: a questo punto ci metta una pezza il Comune, distaccando un Vigile di quartiere, anche solo per alcuni giorni alla settimana. Il presidio servirà per monitorare il centro di accoglienza e anche la viabilità, visto che moltissimi automobilisti non rispettano le nuove segnaletiche, a partire dalla pista ciclabile usata come parcheggio. In vista dell'arrivo dei presunti profughi non faremo barricate, per quanto ci riguarda: ma il Comune ci garantisca una risposta in tempi brevissimi".
La petizione, che verrà protocollata poi in Municipio, ha già raccolto questa mattina una trentina di adesioni solo tra i commercianti. Ma è facile immaginare possa arrivare a raccogliere l'adesione di un numero di cittadini molto superiore. Le firme saranno raccolte porta a porta ma si potrà firmare anche presso la Pizzeria Ristorante Rubina in via Dante.
I migranti saranno accolti nell'ex Hotel San Carlo di via Monte San Michele, struttura acquistata per 250mila euro da una cooperativa di Monza specializzata nella gestione e collocamento dei richiedenti asilo.
Nella foto d'archivio Molteni dà la mano al sindaco Borgonovo in occasione della presentazione dell'Associazione di quartiere
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Concorezzo. Nessuna barricata a patto che il Comune garantisca controllo e sicurezza nel quartiere. Oggi, sabato, ha preso il via la raccolta firme promossa dai commercianti del Milanino per chiedere vigilanza in vista dell'arrivo di una trentina di migranti (potrebbero essere richiedenti asilo, cittadini con programmi di protezione o clandestini in attesa di istruttoria). "La mancanza di informazioni e partecipazione, fatta eccezione per quello
Concorezzo. Una partita a calcio per conoscere i 34 migranti che, da alcuni giorni, sono alloggiati per ordine della Prefettura presso l'ex hotel San Carlo di via San Rainaldo, nel quartiere Milanino. Domenica prossima, alle 19, sarà il campo dell'oratorio San Luigi a ospitare un momento di accoglienza e conoscenza. Al termini della partita i responsabili dell'oratorio hanno organizzato un rinfresco aperto a tutti.
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Cronaca
Concorezzo. Una partita a calcio per conoscere i 34 migranti che, da alcuni giorni, sono alloggiati per ordine della Prefettura presso l'ex hotel San Carlo di via San Rainaldo, nel quartiere Milanino. Domenica prossima, alle 19, sarà il campo dell'oratorio San Luigi a ospitare un momento di accoglienza e conoscenza. Al termini della partita i responsabili dell'oratorio hanno organizzato un rinfresco aperto a tutti.
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al momento, viene raccontata come una sorta di "centro di smistamento", un polo di prima accoglienza in attesa di trovare la definitiva destinazione dei cittadini accolti in Italia.
La premessa è fondamentale: del progetto sono informati il prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, il sindaco e l'Amministrazione di Vimercate, la proprietà dell'immobile, ovvero Esselunga, nel cui cda siede anche l'ex prefetto di Milano, Paolo Francesco Tronca, con una lunga esperienza all'interno del ministero degli Interni. Ma al momento questo progetto è soltanto un'ipotesi. Il Prefetto Palmisani si sarebbe già confrontata con il Viminale e qualcuno le avrebbe già fatto notare che la soluzione è da scartare.
Fatta questa premessa, l'hub immigrati in quella posizione, che rappresentò un baluardo strategico nella lotta al Covid, è una follia. Portare un centro di prima accoglienza in quel quartiere a ridosso del centro, senza nemmeno sapere per quanti ospiti e per quanti mesi o anni, snaturerebbe anni di lavoro e di progetti mirati alla riqualificazione residenziale del Quartiere Sud, che ha portato negli anni alla chiusura di un tratto di Monza-Trezzo e poi allo spostamento del supermercato.
Lontano da qualsiasi sfumatura politica, è un dato di fatto che i grandi centri di accoglienza portino con sè problemi di sicurezza. E sarebbe folle portarne un altro in una zona dove, proprio il Prefetto Palmisani, insieme alle Forze dell'ordine, è dovuto intervenire col pugno di ferro per riportare sicurezza e legalità dopo che nell'area ex Frette si erano ripetuti episodi di spaccio e violenza.
Un polo di quel tipo svaluterebbe il valore delle case e, in un momento delicatissimo per l'economia e per il settore edile, a partire dal drammatico aumento delle rate dei mutui, metterebbe a serio rischio la vendita dei nuovi alloggi realizzati in zona.
Dopo la conferenza pilatesca del sindaco di Vimercate, Francesco Cereda, che di fatto non ha detto nè sì nè no, buttandola inutilmente in politica, l'Amministrazione di centrosinistra non potrà non tener conto delle centinaia di firme raccolte dai residenti in queste ore.
Non da ultimo negli ultimi dieci giorni gli sbarchi si sono fermati e, fonti interne al ministero, fanno sapere che non c'è una necessità di strutture di questo tipo, a meno che non si voglia mettere a reddito l'immobile. E questo sarebbe due volte inaccettabile.
Se infine la Prefettura dovesse ritenere che la Provincia di Monza dovrebbe dotarsi di una struttura di smistamento dei profughi, eventualmente convertibile per le emergenze sanitarie, potrebbe convocare una conferenza dei sindaci e valutare di trovare un immobile che garantisca sicurezza e sostenibilità del contesto. Tutte caratteristiche che l'immobile di Vimercate non ha.
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Cronaca
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al mo
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al momento, viene raccontata come una sorta di "centro di smistamento", un polo di prima accoglienza in attesa di trovare la definitiva destinazione dei cittadini accolti in Italia.
La premessa è fondamentale: del progetto sono informati il prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, il sindaco e l'Amministrazione di Vimercate, la proprietà dell'immobile, ovvero Esselunga, nel cui cda siede anche l'ex prefetto di Milano, Paolo Francesco Tronca, con una lunga esperienza all'interno del ministero degli Interni. Ma al momento questo progetto è soltanto un'ipotesi. Il Prefetto Palmisani si sarebbe già confrontata con il Viminale e qualcuno le avrebbe già fatto notare che la soluzione è da scartare.
Fatta questa premessa, l'hub immigrati in quella posizione, che rappresentò un baluardo strategico nella lotta al Covid, è una follia. Portare un centro di prima accoglienza in quel quartiere a ridosso del centro, senza nemmeno sapere per quanti ospiti e per quanti mesi o anni, snaturerebbe anni di lavoro e di progetti mirati alla riqualificazione residenziale del Quartiere Sud, che ha portato negli anni alla chiusura di un tratto di Monza-Trezzo e poi allo spostamento del supermercato.
Lontano da qualsiasi sfumatura politica, è un dato di fatto che i grandi centri di accoglienza portino con sè problemi di sicurezza. E sarebbe folle portarne un altro in una zona dove, proprio il Prefetto Palmisani, insieme alle Forze dell'ordine, è dovuto intervenire col pugno di ferro per riportare sicurezza e legalità dopo che nell'area ex Bassetti si erano ripetuti episodi di spaccio e violenza.
Un polo di quel tipo svaluterebbe il valore delle case e, in un momento delicatissimo per l'economia e per il settore edile, a partire dal drammatico aumento delle rate dei mutui, metterebbe a serio rischio la vendita dei nuovi alloggi realizzati in zona.
Dopo la conferenza pilatesca del sindaco di Vimercate, Francesco Cereda, che di fatto non ha detto nè sì nè no, buttandola inutilmente in politica, l'Amministrazione di centrosinistra non potrà non tener conto delle centinaia di firme raccolte dai residenti in queste ore.
Non da ultimo negli ultimi dieci giorni gli sbarchi si sono fermati e, fonti interne al ministero, fanno sapere che non c'è una necessità di strutture di questo tipo, a meno che non si voglia mettere a reddito l'immobile. E questo sarebbe due volte inaccettabile.
Se infine la Prefettura dovesse ritenere che la Provincia di Monza dovrebbe dotarsi di una struttura di smistamento dei profughi, eventualmente convertibile per le emergenze sanitarie, potrebbe convocare una conferenza dei sindaci e valutare di trovare un immobile che garantisca sicurezza e sostenibilità del contesto. Tutte caratteristiche che l'immobile di Vimercate non ha.
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Cronaca
Nulla è ancora deciso, Ma da una decina di giorni nelle chat di centinaia di cittadini, gruppi di condòmini, sindaci, costruttori edili, proprietari di immobili, commercianti non si parla d'altro. Ovvero della possibilità, a lungo tenuta volutamente nascosta (alcuni sopralluoghi sarebbero stati fatti all'inizio di agosto), che presso l'ex Esselunga di Vimercate venga realizzato un hub per l'accoglienza degli immigrati, una struttura che, al mo
Concorezzo. L'indiscrezione anticipata in esclusiva da Concorezzo.org lo scorso 29 novembre (Un centro profughi anche in paese?) si è rivelata assolutamente fondata. La proprietà dell'Hotel San Carlo di via Monte San Michele, all'angolo con via San Rainaldo, ha in corso una avanzata trattativa di vendita dell'immobile: è già stato firmato un pre-contratto con il Consorzio Comunità Brianza, l'aggregato di 22 cooperative (tra tipologia A e B) che ha fatto della gestione dei flussi migratori il cuore economico delle proprie attività, gestendo strutture e case private in tutta la Brianza. Si tratterebbe di una operazione di circa 200.000 euro, a cui poi si dovrà aggiungere un consistente intervento di riqualificazione interna. Sul Cittadino di Monza e Brianza,il giornalista Michele Boni si è fatto confermare la trattativa dal presidente del Consorzio, Roberto D'Alessio. Difficile che si possa tornare indietro in questa trattativa tra privati e con alle spalle ministero dell'Interno e Prefettura che premono per trovare anche in Brianza nuovi spazi. Dal 2014 in Brianza sono arrivati o transitati 3114 richiedenti asilo: la maggior parte di questi, però, non aveva alcun requisito per essere considerato profugo e quindi inserito in programmi di protezione umanitaria.
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