"Cari ragazzi, vi spiego il rispetto per questo luogo"

Concorezzo. "Gentile redazione, vi scrivo questa lettera chiedendo di rimanere anonimo. Non cerco visibilità, ma dopo aver letto il vostri articolo (Festini, bagordi e vandalismi sul monumento ai caduti) mi sento di dover rivolgere un appello a quei ragazzi che hanno scelto il monumento ai nostri Caduti per passare il tempo. Quando ancora il monumento era davanti al vecchio Municipio, mio nonno si fermava spesso a dire una preghiera, a volte con gli occhi un po' lucidi. Mi piaceva ascoltare le sue storie, quando raccontava i legami di parentela o di semplice conoscenza con alcuni di quei ragazzi. Io ero ancora piccolo, avevo poco più di 10 anni, e quindi vedevo quei morti, alcuni di 18-19 anni, come "grandi". Col passare del tempo ho capito quanto fossero giovani, quanto fossero ragazzi: non avevano il cellulare, non avevano le casse per sparare la musica ad alto volume anche di notte, non avevano il tempo di radunarsi in piazza urlando senza rispetto. Avevano il compito di difendere l'Italia e la nostra libertà, così nella Prima come nella Seconda guerra mondiale. Che ci credessero o fossero obbligati, poco importa. A loro il destino e la storia hanno dato quel compito e, al posto di una lunga vita terrena, hanno "solo" il nome su quel monumento. Forse sono ingenuo, ma forse dovrebbe bastare questo, cari ragazzi, per capire che quel marmo non è una panchina ma un monumento, davanti a cui pregare, percorrendo i nomi di quei martiri e magari dedicandogli una preghiera. Se siete liberi di gridare di notte, lo dovete anche a loro".

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo questa lettera. Aggiungiamo per dovere di cronaca che lunedì il Comune ha incaricato alcuni tecnici per riparare l'illuminazione che era stata danneggiata.

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