Cosa sapere prima di destinare il 5X1000

Quando si avvicina quel momento dell’anno che coincide con la dichiarazione dei redditi, si sente sempre più spesso parlare del 5X1000. Si tratta di una misura fiscale italiana che consente ai contribuenti di destinare una quota (pari allo 0,5%) del proprio IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) a Enti che svolgono attività di interesse sociale, come Medici Senza Frontiere.
Essendo un’imposta che comunque si paga, rappresenta una sorta di donazione a costo zero, che può fare un’enorme differenza per la realtà che la riceve. Ad esempio, destinare il 5X1000 a Medici senza Frontiere consente a questa Organizzazione Umanitaria di programmare e attivare progetti che salvano vite e portano cure a migliaia di persone in tutto il mondo colpite da conflitti, epidemie, catastrofi naturali o escluse dall’assistenza sanitaria.
In questo articolo vediamo tutto quello che c’è da sapere sul 5X1000, in modo da poter fare una scelta informata e consapevole.
Il 5X1000 va indicato durante la dichiarazione dei redditi
La prima informazione da conoscere è la procedura tramite cui destinare il 5X1000. Questa misura fiscale va attivata durante la dichiarazione dei redditi. Nello specifico, quando si compila uno dei modelli obbligatori (730, Modello Redditi o CU), è necessario firmare nel riquadro corrispondente alla categoria dell’Ente che si vuole sostenere e inserire il codice fiscale del soggetto prescelto.
Essendo presenti più categorie a cui destinare il 5×1000, è fondamentale scegliere il riquadro giusto, per evitare di inviare il contributo alla realtà sbagliata. Ad esempio, per destinare il 5X1000 a MSF la firma va apportata nella casella che contiene la dicitura “Sostegno degli enti del Terzo Settore iscritti nel RUNTS…”.
Altra cosa da sapere è che il 5X1000 non si rinnova in automatico ogni anno. Questo vuol dire che, ad ogni dichiarazione dei redditi, sarà importante ripetere la procedura, con la possibilità di cambiare il beneficiario.
Il 5X1000 si può destinare anche senza dichiarazione dei redditi
Anche chi non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi (pensionati o lavoratori dipendenti) può destinare il proprio 5×1000. Per farlo, è sufficiente compilare l’apposita scheda allegata alla Certificazione Unica, inserirla in una busta chiusa e consegnarla a un ufficio postale, a un CAF, a un professionista abilitato oppure inviarla telematicamente all’Agenzia delle Entrate.
Sulla busta devono essere indicati alcuni dati essenziali (nome, cognome e codice fiscale del contribuente) e deve essere presente la dicitura “Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF”.
Cosa succede se si sbaglia a compilare il 5X1000
Se, nella compilazione del 5X1000, non si indica un codice fiscale specifico, la quota verrà suddivisa tra tutti gli Enti della categoria indicata, in base alla percentuale di preferenze ricevute. Se, invece, non si firma nessun riquadro, la somma rimane nelle casse dello Stato, essendo un’imposta che va regolarmente saldata per Legge.
Un altro errore grave è quello di inserire il codice fiscale di un Ente che è regolarmente iscritto negli elenchi dell’Agenzia delle Entrate (o nel Registro Unico del Terzo Settore – RUNTS). Ricordarsi di verificare questa informazione è quindi cruciale per evitare di vedere persa la propria preferenza.
Infine, è anche fondamentale rispettare le scadenze per la destinazione del 5X1000. Per il 2025, le date previste sono il 1° luglio per l’invio cartaceo e il 30 settembre per l’invio online (Modello 730 o Redditi).
Il 5X1000 non annulla l’8X1000 e il 2X1000
Oltre al 5X1000, in Italia esistono altre due misure fiscali che possono essere sfruttate durante la dichiarazione dei redditi per destinare una parte delle proprie imposte a specifiche realtà.
Parliamo del 2X1000 (per partiti o enti culturali) e dell’8X1000 (per lo Stato o confessioni religiose). Queste non si annullano a vicenda: è quindi possibile, ogni anno, fare tutte e tre le scelte contemporaneamente.