Addio a Franco “il barbè”, artista dei capelli e gugia d’òra 2005

Concorezzo. Saracinesca abbassata, con tanta nostalgia. Ieri il paese ha dato l’ultimo e commosso saluto a Franco Rurale, 78 anni, storico parrucchiere di Concorezzo. Nel 2005 aveva ricevuto dalla nostra redazione la “Gugia d’òra”. Lo ricordiamo così, con l’articolo scritto sette anni fa dal nostro direttore Massimiliano Capitanio. Condoglianze sentite alla famiglia.
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La redazione di concorezzo.org, l’Associazione giovani padani Cuncuress e l’associazione I noster radìs conferiscono la “gugia d’ora dumilaecinq” al barbè Franco Rurale per i suoi primi cinquant’anni da artigiano dei capelli in Cuncuress (1955-2005)
Per avere custodito per cinquant’anni una tradizione che non è solo un mestiere, ma anche un momento di socializzazione e confronto. Come simbolo di un attaccamento al paese che ha saputo resistere all’erosione portata dai Centri commerciali e alla sfida delle mode, restando per mezzo secolo un punto di riferimento sicuro per centinaia di clienti.
LA STORIA DI CONCOREZZO IN POLTRONA
Era il 1955 quando l’allora ventiduenne Franco Rurale, di ritorno in paese dopo un anno e mezzo di servizio di leva, decise di aprire la sua bottega in via Marconi. Nato il 15 dicembre 1933 in via Meda, nella Curt di Genitt, Franco apprese da piccolo il mestiere, soprattutto dallo zio Angelo Rurale. “Non amavo molto andare a scuola – racconta – e le alternative erano il lavoro nei campi o l’apprendimento di un mestiere. Il mio era uno dei tanti lavori che qualcuno chiamava mestè di lasarùn, perché non costava molta fatica. Finito il militare ho aperto il negozio in via Marconi, vicino al Circolone: quanti debiti allora…”. Nel 1962 Franco fa il “grande passo” e guadagna il centro storico, aprendo la bottega in via Libertà, all’angolo con laCurt Noeuva, dove rimarrà fino alla metà degli anni Novanta. Quindi il definitivo trasferimento in via Battisti dove, ancora oggi, a intervalli incredibilmente cadenzati, arrivano puntuali i suoi affezionati clienti. Chi volesse ripercorrere la storia del paese degli ultimi decenni ha solo l’imbarazzo della scelta. È una “Storia in poltrona”, fatta, vissuta o raccontata da chi si affida alle sapienti mani del barbè. Su quella poltrona, che è cambiata naturalmente nei materiali ma non nel calore umano che la avvolge, si sono seduti davvero tutti: sindaci, calciatori, operai, artigiani, commercianti, bambini. Donne no. “Sai come sono le donne…”, sorride. Sono passati cinquant’anni dall’apertura del primo negozio, qualche anno in più dalla sua prima sforbiciata. I capelli si sono fatti grigi, ma la cura e l’ordine sono impeccabili. Sulla cortesia e la disponibilità non c’è nemmeno da discutere. “In cinquant’anni mai un giorno di chiusura”, ricorda orgoglioso. Con quell’orgoglio che non gli ha fatto ancora stabilire il giorno in cui abbasserà la saracinesca: difficile rinunciare alle forbici, alle chiacchiere sull’amata squadra di calcio del paese, ai racconti dei clienti. Dall’epoca del taglio “all’italiana” alla prima moda dei capelli “a sbalzo”, dalle ricevute da cinquanta centesimi, all’arrivo dell’euro, Franco ha nel cassetto davvero tanti ricordi. Lui, che a 40 anni dovette tornare a scuola per i corsi imposti dalla Provincia e che ha formato tanti dei parrucchieri che ancora operano in paese (“perché senza la pratica non andavi da nessuna parte…”), ama soprattutto parlare di calcio, ricordando gli anni d’oro in cui Concorezzo vantava addirittura due squadre (la “Dante” e quella dell’oratorio), in cui i tifosi andavano a piedi allo stadio posto al confine con Monza o in cui i calciatori sfoderavano le scarpe solo per la partita domenicale allenandosi spesso a piedi nudi, gli anni del mitico “Ragno Fumagalli” in porta e del Peppino Secchi in serie A, gli anni in cui si andava a Bergamo in furgone per le finali che entrarono nella storia. Un libro aperto, basta sfogliarlo. Suona il campanello, entra un nuovo cliente. Fine della storia, si torna al presente: forbici in mano, si torna al lavoro. E insieme ai capelli, c’è un’altra storia da raccontare che resterà, almeno per qualche minuto, ad arricchire la biblioteca di questa affascinante bottega.