Massaggi in casa, è il far west della professione?
Concorezzo. “A.A.A.A.A. Orientale bella massaggi tutti i giorni. Solo italiani”. Letto così, l’annuncio che compare da mesi su uno dei principali quotidiani lombardi, per promuovere una professionista concorezzese, farebbe pensare a qualcosa di più che ad una semplice e regolamentata prestazione olistica. Ma è solo una riflessione. A chi non è del mestiere, certo viene il dubbio che un regolare professionista, con partita iva per rilasciare la fattura della prestazione e (si spera) qualche attestato professionale e relativa copertura assicurativa, possa dispensare in maniera discriminatoria la propria professionale solamente ad italiani. Ma forse i “distinguo” che arrivano da Oriente non fanno notizia.
Uscendo dal caso di Concorezzo, è chiaro che quello dei “massaggi in casa” rappresenta un esempio di preoccupante far west all’italiana. Basta leggere qualche blog degli operatori professionisti per capire che l’attività andrebbe maggiormente controllata da parte di Asl, Polizia locale e Forze dell’ordine: non sono infrequenti casi di totale evasione fiscale, sfruttamento della prostituzione, danni muscolari causati da sedicenti professionisti, ripercussioni per le cattive condizioni igieniche degli ambienti. Qualche controllo non guasterebbe e non dovrebbe essere neppure di così difficile gestione. Eppure…