Al San Luigi il Capitale Umano, bel film pubblicizzato con una menzogna
Concorezzo. Per alcuni sarà un “vediamoci questo Virzì”, per altri sarà un rivederlo all’interno di un promettente cineforum. Il fine settimana del San Luigi avrà tra i protagonisti dil “Capitale Umano”, l’ultimo affresco del regista livornese. In particolare sabato 25 alle 21 il film sarà discusso in un breve cineforum con il professor Claudio Villa, docente e membro della giuria del David di Donatello, il professor Giuseppe Meroni, direttore dell’Università del tempo libero di Vimercate e Marco Bramati, esperto finanziario. E’ prevista anche la presenza di un imprenditore locale.
Come molti sapranno il film si è guadagnato le pagine dei media, dal primo dei tg fino all’ultimo dei blog, per una sciagurata intervista del regista a repubblica.it in cui Virzì, forse sapientemente istruito da qualche esperto di marketing (salvo poi chiedere indirettamente scusa qualche giorno dopo) aveva spiegato di aver pensato alla Brianza come luogo ideale per ambientare questo film, ritratto di una società malata, priva di valori, pescecane al punto tale da costruire la propria fortuna sulla rovina dell’Italia. E’ davvero la Brianza, la nostra Brianza, l’essenza del male del Paese? No, visto che il film – è fondamentale precisarlo – non è un’opera originale ma è tratto dall’omonimo libro dello statunitense Il Stephen Dardon, che lo ambienta nel Connecticut. Operazione di marketing che sia o – peggio ancora – stupida convinzione stereotipata, nel film (che abbiamo visto) la Brianza non c’è, a partire dai toponimi inventati. C’è invece, e in questo finalmente si trova la bellezza del film, il ritratto impietoso di una parte di società (che non ha patria, ma purtroppo ha solide radici ovunque) avida, anonima, ingorda e completamente dissalculturata, dove il vuoto interiore viene riempito da palate di inutili soldi. E su questo val sempre la pena riflettere e confrontarsi.Ma come è stato detto da destra a sinistra al signor Virzì, ignorante in fatto di Brianza e Lombardia e schiavo di facili stereotipi anti-nordisti, per fortuna la nostra terra non è quella violentata ad arte da alcuni giornalisti, registi e intellettuali e anche da molti politici, di ogni colore. La nostra terrà era florida (speriamo lo sarà ancora) per il suo tessuto sociale, per i valori e le tradizioni difesi con testardaggine e orgoglio, per le poche parole a cui sono seguiti tanti fatti, per quella chiusura preventiva che poi è sempre diventata apertura vera (non a caso la Lombardia è prima in Italia sia per numero di volontari che per numero di stranieri residenti).
Caro Virzì nel tuo bel film non c’è la Brianza, ma una parte marcia della società, che tu hai raccontato magistralmente ma di cui hai anche (purtroppo per te) dimostrato qualche segno di contagio. A partire dai 700mila euro dei nostri soldi usati per pagare la produzione. Pecunia non olet?
MC
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Questo il comunicato diramato dalla direzione del cinema.
L’ultimo lavoro cinematografico di Paolo Virzi, livornese del 1964, è considerata un’opera tra le migliori delle sue produzioni. Se pensiamo che titoli quali “Ovo sodo” o il pluripremiato “La prima cosa bella” hanno regalato al pubblico emozioni e giudizi sulla realtà, anche il recente “Il capitale umano” non sfugge certo alla sua missione.
Accanto alle polemiche create sui luoghi dove il film è stato girato (una fantomatica zona della brianza con nomi inventati ad arte, dove sembra che conti solo il denaro) la vera realtà della sfida che il regista e lo sceneggiatore ci vogliono regalare riguarda un tagliente giudizio politico e culturale su questioni di estrema attualità, quali la via per la ricchezza, la sete di arrivismo e inevitabilmente il problema educativo che pone al centro la famiglia e la relazione tra genitori e figli.
Riteniamo che un’opera cosi interessante possa essere l’occasione per approfondire e per lasciarsi coinvolgere attraverso la visione del film e l’analisi dei suoi contenuti.
Non è certo necessario essere d’accordo su tutto quello che il regista vuole trasmetterci, quindi anche le polemiche possono stare all’interno della sfida, l’importante è trovare il coraggio e la passione per mettersi in gioco usando del film come l’occasione.
L’invito è dunque per la proiezione di Sabato 25 gennaio alle ore 21, preceduta da brevi introduzioni che ci permetteranno di gustare al meglio un’opera davvero interessante.
Cantava Guccini, nella sua splendida Cirano.
venite pure avanti,
voi con il naso corto,
signori imbellettati,
io piu’ non vi sopporto
infilero’ la penna
ben dentro al vostro orgoglio
perche’ con questa spada
vi uccido quando voglio.
venite pure avanti
poeti sgangherati,
inutili cantanti
di giorni sciagurati,
buffoni che campate
di versi senza forza
avrete soldi e gloria
ma non avete scorza;
godetevi il successo,
godete finche’ dura
che’ il pubblico e’ ammaestrato
e non vi fa paura
e andate chissa’ dove
per non pagar le tasse
col ghigno e l’ignoranza
dei primi della classe.
io sono solo un povero
cadetto di guascogna
pero’ non la sopporto
la gente che non sogna.
gli orpelli? l’arrivismo?
all’amo non abbocco
e al fin della licenza
io non perdono e tocco.
io non perdono e tocco.
facciamola finita,
venite tutti avanti
nuovi protagonisti,
politici rampanti;
venite portaborse,
ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori
di trasmissioni false
che avete spesso fatto
del qualunquismo un arte;
coraggio liberisti,
buttate giu’ le carte
tanto ci sara’ sempre
chi paghera’ le spese
in questo benedetto
assurdo bel paese.