Il sognatore di Mezzegra ha incantato San Siro (rimanendo se stesso)
Milano. Ci sono i bambini che corrono avanti e indietro per il prato (coperto) di San Siro come fossero al Luna Park. Ci sono ballerine che interpretano le canzoni come fossero alla Scala. Ci sono coppie che ballano. Ci sono vortici dove si “poga”. E ancora le maschere del carnevale di Schignano, l’armonica del puma di Lambrate, Fabio Treves, lo sciamano, gli Schiver Folk da Briosco, i Luf dalla Vallecamonica,la Gnola Blues Band. Il 9 giugno doveva essere la data simbolo della carriera di Davide Va De Sfroos, è invece è stata qualcosa di più. Il cantautore monzese, cresciuto a Mezzegra sul lago di Como, è arrivato là, a San Siro, il tempio della musica che è abituato a confrontarsi con gente come Bruce Springsteen. Davanti a più di 20mila persone, il cantautore laghée si è tolto lo sfizio di rimanere se stesso, di parlare ai propri fan come se li conoscesse ad uno a uno (e ci sono le dediche a chi non è potuto esserci per assistere il padre malato o anche per Matteo e Fulvio che, in quel momento, chiederanno rispettivamente la mano di Lina e Daniela), di masticare folk, blues e rock senza piegarsi a smanie di grandezza. Non è stato un evento da strapaese esportato in un teatro internazionale. E’ stato semmai il contrario: è stato premiato il coraggio di uscire dai canoni con un concerto vero, riempito da artisti della musica, salutato con entusiasmo e divertimento dal pubblico. Un pubblico caleidoscopico e intergenerazionale, la miglior risposta alla paura terrorismo che, anche venerdì sera, ha imposto misure di sicurezza mai viste. In poco meno di tre ore, De Sfroos ha emozionato con pezzi come Ventanas e 40 pass, ha scatenato il “pogo” con Cyberfolk, Cauboi e Grand Hotel, ha fatto cantare con La ballata del Genesio, Pulenta e Galena Fregia, La balera, ha sorpreso iniziando il concerto con Lo sciamano. Missione compiuta. Quando le luci si stanno per riaccendere per rispettare il tassativo orario delle 23,30,c’è tempo per canticchiare abbracciato alla sua band La Curiera. Per lui, che non giocava a calcio nemmeno in oratorio, era come sbarcare sulla luna. Ci è arrivato. E si è portato dietro migliaia di persone entusiaste.
LA SCALETTA
Lo sciamano
La balada del Genesio
Televisiun
Nona Lucia
Il costruttore di motoscafi
Grand hotel
Ventanas
40 pass
La figlia del Tenente
De sfroos
El diavul
La ballata del Cimino
Il duello
E semm partii
El mustru
Il figlio di Guglielmo Tell
El carnevaal de Schignan
La machina del ziu Toni
Cauboi
Il paradiso dello scorpione
Yanez
Akuaduulza
Hoka hey
Pulenta e galena fregia
Cyberfolk
La Balera
La Curiera