Radici concorezzesi nello spot di Kasanova

kasanova_spot_coperta.jpgConcorezzo. Il bambino biondissimo che mette a rischio i sedili puliti della macchina di papà è Samuele Brambilla, 6 anni. Il cane comodamente adagiato al suo fianco è Matilda, tenero e splendido esemplare di proprietà di Stefano Ghisellini, artigiano delle scarpe. Le foto sono di Antonio Mandelli. Ha radici concorezzesi lo spot "a chilometro zero" che Kasanova ha realizzato per promuovere in tutta Italia e anche all'estero la coperta salvasedile, nuova protezione impermeabile e antimacchia pensata per il trasporto di animali (da qui il decoro a zampette) e in generale di tutto quello che potrebbe mettere a rischio il decoro dell'auto. Bambini "post-partita" di calcio inclusi. 

E così, nel backstage di un normalissimo spot, la più grande catena di negozi per la casa e liste nozze ha simpaticamente rivendicato le sue origini concorezzesi. Oggi Kasanova conta quasi duecento negozi tra punti di vendita diretti e affiliati ed è in costante crescita, con una singolare e positiva controtendenza rispetto alla congiuntura economica. Se l'intuizione del marchio è datata 1994, la storia di Kasanova nasce nel 1968 dalla tenacia e dalla costanza di Giannina Fontana che mosse i primi passi nel settore con la Fratelli Fontana srl, nella storica sede di Arcore. Un'azienda fortemente famigliare (ci lavorano anche i tre figli) ma a vocazione internazionale che, nonostante le dimensioni raggiunte, ha preservato il valore aggiunto del rapporto umano con dipendenti e collaboratori, oltre alla caparbietà di restare marchio italiano capace di investire e crescere in Italia. E la scelta di questo spot "made in Concorezzo" non è certo aliena alla filosofia aziendale.

Dietro le quinte, emozionato e incuriosito, anche il papà di Samuele, Ivan Brambilla che, insieme alla moglie Monia, ha accettato con divertimento l'esordio da piccola star del figlio. "Samuele ha partecipato a una selezione e poi è stato scelto - racconta a concorezzo.org - Si è molto divertito anche perché il lavoro è stato fatto praticamente in casa, nello studio di via Libertà di Antonio Mandelli. Ad agosto eravamo in vacanza in Croazia, abbiamo comprato un settimanale e all'interno c'era la pubblicità del coprisedile: l'edicolante si è meravigliato quando ha realizzato che il bambino della rivista era lo stesso che aveva di fronte".

Le foto del backstage sono gentilmente concesse da Photopiù Studio di Antonio Mandelli

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