Donne in vendita nei centri massaggi: giusta la stretta della Regione
Milano. “Nuova ragazza carina appena arrivata”. Un annuncio squallido, mercificatorio, da scaffale del supermercato. Eppure è così che oggi si vendono le ragazze, dietro la semplice copertura di “centri massaggi”. Quello ritratto nella foto, che ha acquistato lo spazio su un noto quotidiano provinciale lombardo senza troppi problemi, precisa anche che i massaggi sono a quattro mani su tutto il corpo. Come finisca poi il massaggio è facilmente ipotizzabile: basta leggere le cronache di tutti i giorni dove proliferano le notizie di chiusure dei centri e di denunce per sfruttamento della prostituzione.
Ben venga, allora, la stretta voluta da Regione Lombardia che, nella legge di Semplificazione (che sarà votata martedì prossimo), ha inserito norme severe per l’apertura di centri massaggi. Il progetto di legge, in assenza di una normativa nazionale, si è posto l’obiettivo di garantire la presenza di personale qualificato (direttore tecnico e attestati riconosciuti dalla Regione) e il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza sul lavoro. L’emendamento a firma dell’assessore all’Economia, Massimo Garavaglia, impone per i cittadini non europei e dell’Unione europea, un certificato di conoscenza della lingua italiana (Celi) da allegare alla Scia o, in alternativa, un titolo di studio conseguito presso una scuola italiana legalmente riconosciuta.
Il capogruppo della Lega nord, Massimiliano Romeo, ha espresso soddisfazione per l’approvazione “di un emendamento che rappresenta una vera e propria stretta sui centri massaggi orientali, che stanno proliferando ovunque e dietro cui si nascondono spesso fenomeni legati allo sfruttamento della prostituzione. L’emendamento prevede, per i cittadini non europei, la conoscenza della lingua italiana e un attestato di studio rilasciato dalle scuole del nostro Paese. Inoltre la Giunta dovrà approvare uno specifico regolamento per l’igiene e la sicurezza, grazie al quale i Comuni potranno intervenire ed effettuare i relativi controlli. In caso di inadempienza scatteranno pesanti multe, varianti da 5000 a 15000 euro, per i gestori di questi centri benessere.”
Questa la recensione postata da un lettore di un forum in relazione alla sua visita a un centro massaggi di Monza in via Cimabue. “Centro difficile da trovare. Fino all’anno scorso era gestito da una signora adesso cambio gestione e 3 nuove operatrici. Mi accoglie Marisa, la capa che propone le lavoranti, non giovanissime ma carine, snelle, non adatte al csc ma socievoli. Comincio con 1 ora a 40, il massaggio non pare male, si impegna e attendo 15 min prima di passare a qualche carezza sulle gambette lisce e ben tornite. La ragazza lasci fare e dopo pochi minuti propone subito upgrade, breve contrattazione per csc e coro finale che portano il totale ad 80. Ottima partecipazione e gentilezza, ovviamente il massaggio va in secondo piano; alla garanzia della vostra salute ci pensa lei e tutto fila liscio. Rimane ancora un pò di tempo che la ragazza impiega in un buon massaggio alle gambe (allora qualcosa ha studiato !) e alla mia pulizia. Bacetto e caramella. Il cambio gestione ha dato i suoi frutti. Saluti Corrado”.
Serve aggiungere altro?