Polygonoma porta luci e suoni ai Musei Civici di Monza
Monza. La Brianza si può proprio fregiare del titolo di area aperta alla modernità e all’innovazione anche per quanto riguarda l’arte, sapendo coniugare le varie forme di arte visiva basate su performance artistiche di nuova generazione con i simboli della tradizione e del territorio. Le prime dimostrazioni di inizio estate sono state quelle di Vimercate con le opere di Andy Warhol al centro vaccinale.
Monza non vuole essere da meno, ospitando Kernel X Festival: la lunga rassegna di arti visive, elettroniche, multimediali identificata per quest’anno con la lettera “X” perché giunta alla sua 10ª edizione. Una rassegna che si protrarrà fino alla fine di novembre del 2021, andando a sperimentare le forme di rivoluzione dei linguaggi artistici, promuovendo la ricerca applicata all’arte digitale, elettronica, interattiva, e light art. Gli artisti italiani e internazionali che stanno prendendo parte al Kernel Festival puntano i riflettori sulla capacità delle loro opere di interagire con il pubblico, in stretta relazione con gli spazi in cui prendono vita e le singole forme di espressione luminosa.
Un esempio magistrale viene da Polygonoma di Vinicio Siracusano, il blasonato light designer che ha portato luci e suoni ai Musei Civici di Monza. Traendo ispirazione dal genoma umano e la sua caotica organizzazione delle informazioni, Siracusano ha voluto ricreare questo con un’istallazione di 40 metri di barre Led RGB composte da più di 1200 pixel governati in maniera indipendente. L’opera è sospesa nello spazio della vetrata esterna dei Musei, così da essere visibile dall’interno e dall’esterno, mentre la musica di fondo può essere ascoltata in cuffia o auricolari tramite la piattaforma Sound Safari: un’opera site-specific che richiama alla mente Van Gogh Shadow.
“La celeberrima mostra itinerante che ebbe inizio nel 2013 con lo studio delle particolari ombre di alcuni capolavori del pittore olandese – spiega il tecnico audiovisivo Abe Von Breght di www.techspring.nl – si basava sul video mapping degli spazi espositivi, mediante l’installazione di proiettori ad alta definizione disseminati negli angoli alti in combinazione con l’affissione di video wall su cui trasmettere in loop le animazioni grafiche sulla vita del pittore per rendere l’esperienza immersiva a 360°”.
La stessa tecnica di video mapping che ha interessato l’antica facciata del Duomo monzese, arricchendo il lungo svolgimento del Kernel Festival, possibile grazie il sostegno della Fondazione Cariplo, sotto il patrocinio del Comune di Monza, il contributo anche di Regione Lombardia e la Fondazione della Comunità di Monza e della Brianza, il supporto di Acsm Agam, BrianzAcque, Monza Mobilità, Dott, Baby College e Junior College Bilingual School Monza e Seregno, ristorante pizzeria del Centro. Tra i collaboratori: IED Milano, PoliMI, Assoc. “Mille Gru”, StemArts Lab, International Light Festival Organization.