December 10, 2024
#Dalla Brianza

Rocco Chinnici, il racconto del figlio

Arcore. “Trecento giorni di sole. La vita di mio padre Rocco, un giudice scomodo”. Si intitola così il libro che Giovanni Chinnici ha dedicato alla memoria del magistrato morto nel 1983.

Il nome di Chinnici è legato all’idea dell’istituzione del “pool antimafia”, che diede una svolta decisiva nella lotta contro Cosa nostra, ambito in cui viene considerato una delle personalità più importanti, insieme con i colleghi e amici Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Rocco Chinnici fu ucciso alle 8 del mattino del 29 luglio 1983 con una Fiat 126 verde, imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Giuseppe Pipitone Federico a Palermo, all’età di cinquantotto anni. Ad azionare il telecomando che provocò l’esplosione fu Antonino Madonia, boss di Resuttana, che si trovava nascosto nel cassone di un furgone rubato parcheggiato nelle vicinanze di via G. Pipitone Federico. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall’esplosione: il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui Chinnici viveva, Stefano Li Sacchi.

La presentazione del libro si terrà sabato 16 novembre alle ore 15 in villa Borromeo ad Arcore.

Un’occasione per ricordare la barbarie infinita delle mafie in Italia e non dimenticare mai la necessità di estirpare quotidianamente questo letale e poliedrico cancro della nostra società.