La Fedeltà all’Arma non si uccide: D’Aleo 30 anni dopo

Cavenago Brianza. Mario D’Aleo quel 13 giugno 1983 aveva solo 29 anni. Era di servizio a Palermo, in una Sicilia insanguinata dalla mafia che, poco prima, aveva ucciso l’ufficiale Emanuele Basile. Proprio per prendere questo posto, l’Arma inviò il capitano D’Aleo, che ovviamente accettò, con orgoglio e con senso di dovere. Fedele. Il 13 giugno 1983, Cosa Nostra colpì ancora una volta senza pietà: sull’asfalto del capoluogo siciliano, in via Cristoforo Scobar, restarono senza vita il capitano D’Aleo (poi medaglia d’oro al valor militare alla memoria) e due colleghi, Giuseppe Bommarito e Pietro Monici.
Sono passati trent’anni, ma non è passata, anzi è cresciuta, la voglia di ricordare, di testimoniare, di lottare. Questa sera, a Cavenago Brianza, presso la sala convegni dell’Hotel Devero (locandina in allegato), dalle 19, si terrà una speciale serata di beneficenza. Un’occasione per raccogliere fondi a sostegno dell’associazione Vittime del dovere, ma anche un momento di particolare intensità per presentare il libro “Per sempre Fedele”, scritto dal capitano Marco D’Aleo e dalla giornalista Valentina Rigano. Marco D’Aleo ha coordinato diverse importanti operazioni anticrimine in Brianza e a Concorezzo quando era in servizio a Monza e continua a farlo oggi, a cui è affidato il Comando della Compagnia di Vimercate. Fedeltà e dovere che la malavita non ha spezzato.