Biotecnologie? Lunga vita alla patata di Oreno (e simili)
Riceviamo e pubblichiamo.
Gentile redazione,
sulla prima pagina del Corriere della Sera del 24 agosto 2010 viene riportato un articolo di fondo di Di Vico a favore degli ogm in agricoltura pena l’esclusione ,secondo l’autore, dell’unica opportunità per “fare mercato” con il cibo made in Italy. Il 25 agosto al meeting di Rimini Galan ,ministro dell’agricoltura,in una dichiarazione ,taccia di oscurantismo chi contrasta ,l’espandersi degli organismi g.m. in agricoltura . Galan esorta maggior apertura alla ricerca sugli ogm. Oggi anche alcuni siti internet, aperti con l’intenzione di proporre notizie sul “ biotech per tutti”, danno notizie parziali,perciò fuorvianti, e solo pro ogm.
Leggendo i rapporti sui prodotti della Monsanto, principale produttrice di prodotti g.m. (mais 863),è possibile trovare che il maggior vantaggio degli organismi g.m .verso l’agricoltura tradizionale e biologica risulta essere una aumentata tolleranza agli erbicidi che potrebbero poi rimanere come residui tossici su frutta e verdura. La ricerca sugli ogm in agricoltura la si sta facendo dagli anni 70(se fossero davvero sani servirebbero ancora studi sulla loro sicurezza?). I risultati dei test sugli animali alimentati con ogm offrono valide ragioni per essere preoccupati. Nel 1998 alcuni scienziati scozzesi guidati dal dr. Arpad Putzstay,hanno riscontrato danni a tutti gli organi interni dei topi nutriti con patate ogm. In un esperimento del 2006,femmine di topo nutrite con soia resistente agli erbicidi hanno dato vita a piccoli con gravi problemi di sviluppo,la metà dei quali sono morti entro tre settimane.Quelli sopravissuti erano sterili. Nello stesso anno le agenzie di stampa indiane hanno riportato la notizia che migliaia di pecore,fatte pascolare sui residui di una coltivazione di cotone ogm BT,erano morte improvvisamente. Altri casi di moria di bestiame alimentato con ogm si sono avuti nel 2007. Ci sono state anche segnalazioni di sintomi di allergie tra i lavoratori indiani nei campi di cotone ogm. Nel 2002,nell’unico caso di contaminazione di esseri umani con ogm,sembrò dimostrato che il materiale genetico modificato della soia ogm ingerita non solo sopravvive nell’intestino umano,ma può anche trasferire il suo materiale genetico modificato ai batteri dell’intestino.
L’Italia ,con 203 prodotti agricoli con marchio Dop e Igp (siamo in testa alla classifica europea per numero di prodotti a marchio con riconoscimento comunitario), la maggior superficie di terreno agricolo coltivato a biologico, un ricco patrimonio di oltre 4600 specialità censite a livello regionale non ha proprio bisogno di allinearsi ai paesi pro ogm. Forse allargare la base produttiva agricola dei prodotti di qualità ,raggiungendo così la massa critica necessaria per arrivare anche ai mercati più difficili e lontani, ci permetterebbe di battere la “concorrenza” ogm ,mantenendo la nostra tradizione agricola (i numeri citati sono fonti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ) . Ben vengano poi i Governatori che alcuni politici e certi biotecnologi senz’anima definiscono “esuberanti”(governatore Zaia) e i volontari che denunciano violazione delle leggi contro coloro che, con totale mancanza delle più elementari norme di buonsenso ,seminano ogm in vicinanza di coltivazioni biologiche e di agricoltura tradizionale. Si scrive poi che senza soia e mais ogm importato non saremmo in grado di produrre latticini di eccellenza . E’ esattamente vero il contrario. Il passaggio dal pascolo alla combinazione soia mais ha stravolto la fisiologia della nutrizione animale e ci ha privato di uno dei rarissimi composti alimentari di origine animale ad avere una probabile efficacia nell’aiutare a prevenire il cancro ; è un acido grasso denominato CLA (Conjugated Linoleic Acid) che è presente soprattutto nei formaggi ,ma solo se provengono da animali che si nutrono di erba. Le qualità organolettiche di latte formaggi e yogurt provenienti da bovine alimentate solo con foraggi e semi di lino sono di gran lunga superiori rispetto a quelle con una alimentazione di soia e mais che ai bovini viene imposta per logiche aziendali e commerciali. Personalmente mi auguro che i politici gli economisti e i cosiddetti biotecnologi si facciano guidare da chi propone scelte che non sconvolgano l’essenza della nostra agricoltura e dei nostri agricoltori .Il mercato e le sue regole diventeranno una logica conseguenza e l’evoluzione dell’economia agricola premierà chi farà dell’eccellenza un punto d’arrivo per la salute di tutti.
Dr.Remo Carlo Egardi
Biologo
Ordine Nazionale dei Biologi n°25794