Nesta porta il fanalino di coda Monza nel tempio della capolista Inter

Il Monza è pronto a fare la vittima sacrificale sull’altare dell’Internazionale che domani alle ore 20.45 l’ospiterà allo Stadio Giuseppe Meazza. Con la squadra brianzola ridotta ai minimi termini dagli ultimi due disastrosi mercati, votati alla riduzione della perdita d’esercizio 2024 della società, l’allenatore Alessandro Nesta dovrà ancora una volta fare di necessità virtù, sperando di non dover utilizzare il pallottoliere per contare i gol che presumibilmente la compagine guidata da Simone Inzaghi infilerà nella porta difesa da Turati, uno dei diversi tifosi nerazzurri presenti nella rosa biancorossa. Tanto per cominciare il tecnico laziale, che allo stadio di San Siro è stato di casa per 10 anni con la maglia del Milan, dovrà fare a meno anche di Ciurria, aggiuntosi alla lista degli infortunati che comprende Gagliardini, Pessina, Caldirola, Akpa-Akpro, Sensi e Carboni. “Ciurria si è rotto il naso a causa di una gomitata ed è stato operato; tornerà a giocare tra una o due settimane con una mascherina – ha spiegato Nesta nella consueta conferenza stampa della vigilia della partita – L’unico giocatore che abbiamo recuperato è Caprari. Domani andremo in uno stadio stupendo a giocare contro una squadra forte. Ci danno tutti per sconfitti: la figata sarebbe ribaltare il pronostico. Dovremo giocare con leggerezza mentale, trovando piacere nello sfidare l’Inter. Il Monza riuscì nell’impresa due anni fa, ma la squadra di Inzaghi è diversa da quella di allora e pure quella biancorossa. Il passato è bello ricordarlo ma le cose sono cambiate. Certo è che potremo avere le nostre chances, dato che l’Inter sta attraversando un periodo di partite difficili anche a metà settimana e qualcosa per strada di solito la si lascia in queste situazioni di calendario. Speriamo che lascino qualcosa a noi… Anche contro l’Inter noi non dovremo stare né troppo bassi, né troppo alti, tenere la palla il più possibile e ogni tanto spaventare gli avversari, altrimenti prima o poi il gol lo prendi. Probabilmente giocheranno gli elementi più d’esperienza perché mettere in campo i giovani in stadi così è come buttarli in un burrone. Non sono bocciati, ma hanno bisogno di giocare in un altro contesto. Inzaghi? Ho sempre fatto fatica a vedere degli ex attaccanti come allenatori perché sono egoisti, pensano solo a loro stessi. Inzaghi però propone un bel gioco ed è un bravo ragazzo. Le possibilità di salvezza? Stiamo battendo il chiodo sull’orgoglio perché un giorno potremmo avere tutti dei grandi rimpianti. Bisogna combattere tutti i giorni, a maggior ragione perché siamo staccati in classifica. Personalmente non ho il rimpianto per l’essere stato esonerato a fine dicembre; ho rimpianto per le partite disputate tra fine ottobre e fine novembre: dovevamo portare a casa 4 o 5 punti in più e a quel punto il mercato di gennaio sarebbe stato diverso. La morte di Bruno Pizzul? Mi ha colpito perché lo ascoltavo già da piccolo. Era una persona di una pulizia morale, di un’educazione esemplari. Ed era sempre buono con noi giocatori anche quando facevamo schifo a giocare”.