Perchè si chiamano “pompe funebri”
C’era una volta il latino. E per fortuna, studi liceali a parte, c’è ancora, e spesso ci dà una mano anche a rispondere alle curiosità più insolite.
E dunque perché si utilizza l’espressione “pompe funebri” in occasione delle cerimonie per l’estremo saluto ai nostri cari?
Oggi l’espressione è utilizzata come sinonimo di onoranze funebri, ma per comprenderne il significato originario bisogna fare un salto indietro di qualche secolo.
Sfogliando il dizionario per eccellenza, Treccani, si legge che nell’antichità classica “pompa” era una solenne processione che si svolgeva in occasione di nozze, funerali, e soprattutto sacrifici. Da qui il significato di apparato festoso e solenne che accompagna la celebrazione di feste, cerimonie o di altri particolari avvenimenti della vita pubblica e privata: le nozze sono state celebrate con gran pompa; c’era un contrasto stridente tra la povertà del luogo e la pompa sfarzosa della processione; un celebre quadro riproduce la pompa dell’incoronazione di Napoleone. In particolare dunque con pompa funebre si intende il complesso delle onoranze con cui si celebrano i funerali. Il magistrato delle pompe, invece, era a Venezia l’autorità preposta all’applicazione delle leggi suntuarie. Oggi rimane a indicare manifestazioni sontuose e ostentate di sfarzo, di lusso, o anche di vita mondana, di potere. Vestirsi in pompa magna significa vestirsi con lusso, con una sfarzosità esagerata, non proporzionata all’occasione.
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