Furti di bici: preso nomade di 16 anni (che non sa dove abita)

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Concorezzo. Cominciano ad avere un volto, un nome e un cognome i responsabili della "moria" di biciclette che, nelle ultime settimane, ha colpito diverse zone della città, scatenando la rabbia e l'indignazione dei residenti. I carabinieri della caserma di via Ozanam, coordinati dal luogotenente Fulvio Carotenuto, hanno infatti denunciato un nomade di 16 anni. L'accusa, tecnicamente (tra l'altro più grave sotto il profilo penale) è di ricettazione, perché il minorenne, appartenente ad una famiglia di zingari, non è stato colto in flagranza di reato.
Il fatto è accaduto alcuni giorni fa in via La Pira. Il ragazzino si è intrufolata in una casa di corte e ha rubato una bici. Il blitz è stato notato da un residente che ha subito allertato il 112, fornendo una descrizione dettagliata della persona e della bici. I carabinieri, che stavano facendo i consueti giri di perlustrazione, sono riusciti ad arrivare sul posto in pochi minuti e, a distanza di poche centinaia di metri, hanno rintracciato il giovane. Il sedicenne è stato accompagnato in caserma, indentificato e denunciato a piede libero per ricettazione. A recuperalo, un'ora dopo, ci ha pensato la madre. Particolare curioso: il ragazzino (finora incensurato) non ha saputo o voluto fornire indicazioni sul luogo dove abitasse, nemmeno dove fosse provvisoriamente collocata la sua roulotte. Stesso silenzio da parte della madre.

In questo articolo non abbiamo usato la parola "zingaro" per non solleticare qualche retropensiero e non conoscendo l'etnia del nomade denunciato. Sulla parola, lasciamo spazio alla Treccani:

a. Appartenente al gruppo etnico degli Zingari, che, dalla propria sede originaria nell’India nord-occid., si diffuse tra il 10° e il 16° sec. in Europa e nell’Africa settentr., conservando le tradizioni di vita nomade in carri e accampamenti, e di attività non fisse come il commercio di cavalli, la lavorazione e riparazione di oggetti di rame, la musica ambulante, la chiromanzia e l’accattonaggio: una tribù, un accampamento, un carro di zingari; uno z. suonatore di violino, una z. abilissima nel predire il futuro. 

b. Con riferimento alla loro vita nomade, senza dimora né casa fissa e in condizioni di scarsa igiene, o al modo di vestire e di curare la persona considerato trascurato e sporco, si usa spesso come termine di confronto o di identificazione in espressioni fig., di tono spreg. o polemico, come fare una vita da zingaro, vivere come zingari, essere soggetti a continui trasferimenti o cambiamenti di sede, oppure a vivere in alloggi provvisorî e inadatti; va in giro vestito come uno z., sembra uno z., vestito male, trascurato nella persona, sporco o trasandato (e analogam. al femm., come una zingara). 

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