Giovanardi, accessi record alla mostra per i 100 anni

Concorezzo. Dieci opere d’arte sviluppate e poi esposte all’interno di una fabbrica, dove coesistono con la normale produttività del sito. E’ il progetto “10×100 fabbrica d’arte contemporanea”, che la storica impresa lombarda Giovanardi ha realizzato in occasione del proprio centenario nello stabilimento di Concorezzo.“Abbiamo invitato due curatori – ha spiegato ad askanews il titolare dell’azienda, Massimo Giovanardi ai quali abbiamo chiesto di selezionare e invitare dieci artisti contemporanei. Non abbiamo commissionato delle opere, questo è un aspetto molto importante, ma abbiamo messo a loro disposizione libertà assoluta, ma anche la nostra tecnica e tecnologia, il nostro sapere. Da qui è nato questo progetto che ha preso forma in dieci opere”.A curare il progetto artistico, Martina Cavallarin e Marco Tagliafierro, che hanno scelto di puntare su artisti mid-career, ossia nel pieno della maturità creativa, che hanno lavorato a stretto contatto con la fabbrica, i suoi materiali e i suoi macchinari. Ne sono nate alcune opere di grande forza, come l’installazione di luce di Jacopo Mazzetti, che ripensa l’idea di antenati, oppure la rivisitazione di elementi naturali di Marie Denis o ancora la riproduzione ingigantita di una calcolatrice Olivetti di Riccardo Paratore e la grande scritta specchiante e luminosa posta sul tetto della fabbrica da Marotta&Russo.“Abbiamo avuto in riscontro di pubblico di più di 1600 persone in un piccolo paese vicino a Milano, senza particolare appeal e per di più in una fabbrica – ha aggiunto Massimo Giovanardi – però evidentemente le referenze di terzi hanno portato qui associazioni, fondazioni, aziende, manager, studenti, galleristi, artisti. Questa per noi è una grande soddisfazione, ma anche un arricchimento personale, un invito a guardare sempre il nostro mondo con una prospettiva diversa e nuova. Questo credo che sia il vero premio e la preziosità di questo progetto”.A colpire, oltre che l’elemento di simbiosi a tutto tondo con il luogo, è la capacità di ibridazione tra arte e tecnica, evidente per esempio nei lavori di Gianni Moretti su Sant’Anna di Stazzema e nella spettacolare scultura policroma e domestica di Patrick Tuttofuoco, che dimostra come, in fondo, nel contemporaneo i due ambiti non possano più essere scissi. Ed è bene che sia così, ci permettiamo di aggiungere. Come si vede anche nelle opere degli altri artisti in mostra: Alessandro Agudio, che ha presentato un insieme di segni-oggetto, Daniele Milvio che ha realizzato un altare immaginato da Ettore Sottsass, Riccardo Previdi, che ha giocato sull’iconico gatto Maneki Neko e Michele Spanghero, che ha creato invece una grande scultura sonora.Per la Giovanardi, specializzata nella progettazione e realizzazione di display, allestimenti e vetrine per grandi brand del lusso, il progetto artistico ha rappresentato un momento di dialogo e di mecenatismo aggiornato al tempo presente.

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