Avis, il bilancio dei donatori di Monza e Brianza

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Varedo. Sabato pomeriggio Teatro Ideal di Varedo ha ospitato la 6^ Assemblea provinciale di Avis Monza e Brianza. In piazza Volta gli stati generali dei donatori di sangue brianzola ha richiamato un centinaio di delegati avisini provenienti dai 50 comuni in cui Avis è presente nella nostra provincia. Padroni di casa, il presidente di Avis Varedo Ettore Novati, il presidente di Avis provinciale Roberto Saini, insieme all’assessore ai Servizi alla persona Matteo Figini e al presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi.

Dopo i saluti del presidente di Avis Varedo e dell’assessore Figini (“Sono contento che Varedo si sia messa in luce tanto da meritare di organizzare l’assemblea provinciale”), il presidente Saini ha presentato la relazione morale per l’anno 2013, con anche uno sguardo all’attività del 2014. Il presidente ha incentrato il suo intervento sui due temi caldi del momento, ovvero il calo di donazioni e la nuova normativa che da qui a fine ano porterà a una profonda revisione delle Unità di Raccolta della Brianza. Il calo di donazioni e di donatori in Brianza è un fatto piuttosto nuovo, non era mai capitato.

“Si tratta di una situazione purtroppo piuttosto comune e diffusa anche in tutta la Lombardia – ha detto Saini - : Avis Regionale ha registrato un calo di 10.692 sacche, quasi tutto concentrato negli ospedali. Il calo è generalizzato. La prima causa è legata è collegata alla crisi che coinvolge il mondo del lavoro: tendenzialmente non si chiede più il permesso previsto dalla legge per andare a donare in settimana. I donatori preferiscono donare il sabato e la domenica, quando è attiva la raccolta associativa. Altri motivi sono dovuti alla maggiore rigidità nelle sospensioni dei donatori, dovuti al pericolo di contagio portato dalla zanzara tigre (West Nile Virus), dai viaggi in paesi esotici o dalla moda dei tatuaggi.

Si registra però anche una riduzione delle richieste di sangue da parte degli ospedali, ora si tende a richiedere le donazioni in base al gruppo sanguigno. Al San Gerardo c’è stata una diminuzione dell’11% delle trasfusioni. Sorge però un dubbio: maggiore appropriatezza o riduzione dell’attività?”

Il secondo punto caldo è stato il cambiamento epocale che sta coinvolgendo le unità di raccolta del territorio, che dal 31.12.2014 dovranno rispondere alla normativa vigente in termini di qualità e sicurezza.

I nuovi requisiti non riguardano solo gli spazi di raccolta ma anche di chi in essi opera. C’è oggi la necessità di avere professionalità amministrative e personale formato nelle competenze sanitarie. I centri di raccolta sono equiparati agli ospedali: non c’è più spazio per i volontari che oggi ci sono e domani no. I volontari si dedicheranno alla chiamata del donatore, alla programmazione, alla promozione della cultura della solidarietà, all’educazione alla salute e stile di vita, alla testimonianza dei valori dell’Avis (solidarietà, gratuità, anonimato, mondialità). “Noi siamo partner del sistema nazionale della raccolta di sangue e ci adegueremo sempre alle sue richieste”.

Al momento sono stati chiuse le unità di raccolta di Seveso, Giussano e Bernareggio, ma ne è anche stata aperta una nuova a Busnago, che sarà inaugurata probabilmente a giugno.

Il 2014 vedrà anche la riorganizzazione del sistema trasfusionale lombardo, che sarà organizzato in 8 macroaree. Questo cambiamento non riguarderà minimante e in alcun modo né i donatori né i centri di raccolta degli ospedali di Monza e Vimercate. Molto semplicemente, il sangue raccolto a Monza e a Vimercate sarà portato a Lecco dove verrà validato e lavorato, per poi tornare indietro agli ospedali.

Sono stati illustrati anche i principali eventi che vedrà protagonista Avis Monza e Brianza, in particolare la BiciclettAVIS (domenica 1 giugno) da Varedo (Vila Bagatti Valsecchi) a Monza (Cascina del Sole), e la partnership con i Campionati italiani Uisp di Ginnastica in programma a Seveso e Lentate (28-5/8-6)

Parole di stima e ringraziamento sono arrivate anche dal presidente Dario Allevi, sempre sensibile al grande impegno dell’Avis: “Grazie per il serbatoio di solidarietà che siete. La Brianza è terra che nel silenzio si conferma campione di generosità e solidarietà. È una nostra caratteristica e una colonna del nostro territorio. La crisi tocca anche il volontariato e il sociale. Dobbiamo approfondire quell’aspetto più odioso, il non chiedere il permesso per andare a donare: bisogna intervenire a livello centrale. Ci vuole certezza che lavoro e solidarietà sono un binomio inscindibile, se garantiamo il primo avremo anche il secondo. Per mantenere vivo questo nostro sistema di valori dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, non possiamo disperdere un serbatoio così ricco. Donare significa curare sé stessi per curare gli altri. E’ necessario educare i giovani a condividere questi valori. Come provincia abbiamo fatto rete e sistema: questa è l’eredità che lasceremo”.

Aldo Cardani era presente in qualità di membro del consiglio di Avis Lombardia e ha dato una lettura alternativa all’andamento della raccolta di sangue in Brianza. “Siete una provincia giovane – ha detto - non avevo ancora visto un’assemblea con un così basso livello di età. Questi cambiamenti, sembra che tutto congiuri contro di noi ma non è così. È l’evoluzione dei tempi, un adeguamento doveroso. Sono condizioni con cui dobbiamo convivere normalmente: la zanzara tigre non diminuirà. Non è solo colpa della crisi. Sono felice che portate avanti la chiamata del donatore, in base all’esigenza che c’è del consumo. E’ diminuito l’uso del sangue: c’è un segno meno ma non abbiamo avuto crisi, c’è un miglior uso del sangue. Dobbiamo cambiare la mentalità e qui, con tanti giovani, forse sarà più facile. Facciamo in modo che la nostra donazione sia perfetta e che possa servire: la gara da vincere non è quantitativa ma che non ci sia nessuno in Italia, nel mondo, che ha bisogno di sangue e questo non c’è”.