Centro Tennis, l'amaro sfogo di un utente

tennis_campi.jpgConcorezzo. (lettera in redazione) Buongiorno, sono Andrea Soglio e vorrei raccontarvi una storia e fare alla fine una domanda.

La storia si svolge presso il Tennis Concorezzo, dove da tempo mi capita di giocare delle ore infrasettimanali o nei weekend. 

Come domenica 19 giugno, quando poco prima delle 10 arrivo al cancello di ingresso. Che trovo chiuso. All’esterno, in attesa, altre 3 persone (il mio compagno ed altri due ragazzi che come me, avevano prenotato l’ora 10-11).

Aspettiamo alcuni minuti, nella speranza che arrivi qualcuno. Non accade nulla. Proviamo allora a chiamare il numero di uno dei responsabili dell’ATC che spesso si trova nella struttura. Anche il suo cellulare non risponde. A questo punto, arrivate le 10.15 scavalchiamo e cominciamo a giocare. Si, avete capito bene. Ho scavalcato assieme alle altre persone. Siamo entrati in campo ed abbiamo cominciato a giocare. 

Alle 10.50 alcune signore che avevano prenotato l’ora successiva richiamano, urlando, la nostra attenzione. Siamo così riusciti ad aprire loro il cancello ed hanno i potuto cominciare la loro ora. 

Mentre lasciavamo il campo alle 11.00 abbiamo incrociato una persona che credo (ma non conoscendo l’organigramma societario non saprei dire se faccia parte e a che titolo della ATC) sia legato in maniera molto stretta con il tennis che ha cominciato a telefonare, passeggiando per il circolo, senza però fornirci alcuna spiegazione. Abbiamo fatto così la doccia (lo spogliatoio era aperto e non chiuso a chiave) e ce ne siamo andati (si, senza pagare. Non c’era infatti nessuno a cui lasciare i soldi).

Pochi giorni dopo ricevo una telefonata dall’ATC per la richiesta di pagamento dell’ora giocata e mi viene spiegato il “disguido” (“c’è stato un problema con la ragazza che doveva aprire… avete fatto bene a scavalcare”). La seconda puntata è di domenica scorsa, 3 luglio.

tennis_spogliatoi.jpgPrenoto un’ora dalle 11 alle 12. Prima di noi non ha giocato nessuno. Arrivo all'ingresso, il cancello è aperto; arriva anche il mio amico, pago i 18 euro richiesti (la tariffa più cara dell’intera zona, almeno rispetto a Villasanta, Monza Dominante, SportPark Vedano e Lissone Piscine) ad una ragazza che si trova all’interno dell’ufficio. Mi dirigo sereno verso il campo 1 ma quello che mi trovo davanti è tutto tranne che uno spazio minimamente praticabile. Sull’intero manto ci sono infatti i segni del temporale della serata precedente: rami (grossi), rametti, foglie e gruppi di foglie, aghi di pino, cartacce e plastiche varie. In una parola: un macello (nella foto l'ingresso degli spogliatoi).

Vado allora ad avvertire la ragazza che invito a seguirmi sul campo. “Io non so niente e non sono io che devo pulirlo - risponde a me ed al mio compagno di tennis - Io devo solo aprire e rispondere al telefono”. Avete capito bene: non é compito suo. Per passione e voglia di giocare diventa così compito nostro.

Ci mettiamo così noi a pulirlo, operazione che ci prende quasi 15 minuti (sottratti al nostro tempo di gioco).

La situazione di abbandono totale post temporale era a ben guardare evidente anche solo attraversando i vialetti e persino l’ingresso agli spogliatoi che pur essendo al coperto erano totalmente pieni di aghi di pino e foglie.

La storia (triste) finisce qui. Potrei aggiungerne altre legate ad ore invernali giocate con una temperatura interna di 7-8° (sarà che la crioterapia va molto di moda tra gli sportivi di questi tempi?) malgrado si paghi anche il riscaldamento che viene acceso però solo 5 minuti prima dell’inizio dell’ora. Quindi se, per sfortuna, sei il primo del mattino servono i guanti. Questa invece la domanda:

Il Sindaco, la giunta, l’assessore o chi per esso, il consiglio comunale, ritengono che questa sia una buona gestione di uno spazio comunale? 

Se la risposta è NO allora bisogna fare qualcosa, ed in fretta

Se la risposta è SI, sappia la gente che negli altri comuni (e strutture) le cose funzionano in maniera diversa e migliore per ordine, pulizia, qualità dei servizi, prezzi. 

Grazie del vostro spazio

Andrea Soglio