Ecomostro di via Libertà, tre soluzioni per dare una casa a chi ne ha bisogno

b_450_500_16777215_00_images_ecomostro.jpegConcorezzo. 550.000 buttati nella spazzatura. O quasi. Tanto il Comune ha già investito per realizzare degli alloggi in edilizia pubblica in via Libertà, all'incrocio con la Provinciale Monza-Trezzo. Una storia nata male all'epoca della Giunta di centrosinistra guidata da Antonio Lissoni e mai risolta: risultato l'orribile scheletro in cemento che racconta di appalti all'italiana, fallimenti, sequestri di cantiere e per la cui ingombrante e sgradevole presenza pagano i concorezzesi. Senza contare che la Regione ha dovuto bloccare per legge la propria quota di confinanziamento. 
Nei giorni scorsi la maggioranza di centrodestra e la Commissione Lavori pubblici hanno messo nero su bianco tre strade percorribili per uscire dall'impasse. Anche perché, al di là di liberare l'area di via Libertà dall'inutile cemento, la Giunta deve assegnare delle case popolari a chi ne ha diritto.
La prima: andare avanti con una nuova gara o affidandosi all'impresa che arrivò terza nel precedente bando. La seconda: per trovare in fretta alloggi popolari per i cittadini in lista di attesa, il Comune potrebbe acquistare degli alloggi in edilizia convenzionata non ancora assegnati (in via Adda?). La terza: è la via ideale ma sicuramente più dispendiosa. Acquistare alloggi a macchia di leopardo per garantire l'integrazione sociale.
In ogni caso il Comune, per le ipotesi 2 e 3, dovrebbe vendere l'area di via Libertà e da lì ricavare i quattrini necessari ai futuri investimenti. Una partita aperta, ma da chiudere in fretta.

LA STORIA. L'ecomostro di via Libertà sarebbe dovuto essere la risposta al bisogno di alloggi popolari. Cinque piani, 24 appartamenti, il progetto nato nel 2008 si è arenato per il fallimento delle due società che si aggiudicarono l'appalto. La fine dei lavori era prevista per il 2009: sono passati tre anni, e siamo ancora al palo. Un progetto da 2,8 milioni di euro, di cui 1,9 sarebbero arrivati da Regione Lombardia. Dei 900 restanti 550 il Comune li ha già spesi... E là dove c'erano gli orti comunali ora c'è... un ecomostro.