Gp, giusto quello striscione: Monza salvata dalla Regione

gp_mgp.jpgMonza. Domenica nell'Autodromo di Monza è comparso un immenso striscione a sostegno del referendum per l'autonomia della Lombardia. Qualcuno ha storto il naso e addirittura sono state annunciate azione investigative per scoprire chi abbia introdotto il "lenzuolone". Si potrebbe sorridere del fatto che, da anni, l'Italia ha aperto le porte a ondate di criminali e oggi ci si voglia concentrare sui "pericolosi" giovani padani che hanno manifestato la loro costituzionale opinione sul referendum lombardo, tra l'altro sostenuto a 360° da centrodestra, PD e Movimento 5 Stelle. La questione è un'altra. Quello striscione è sacrosanto perché se esiste ancora un Gran Premio di Monza (ribattezzato generosamente Gran Premio d'Italia) è merito soprattutto della Regione, che oltre alla politica ci ha messo i soldi e che nel triennio 2017-2019 stanzierà altri 15 milioni di euro. L'Autodromo ma anche il Parco, la rinata Villa Reale, lo splendido Museo del Duomo e la riqualificata cappella di Teodolinda sono gli emblemi di una città e di una regione che si sono fatte da sè, regalando allo Stato, ogni anno, oltre 50 miliardi di euro. Ne fossero tornati indietro almeno una parte, il Gran Premio a Monza non sarebbe mai stato in discussione, la Villa sarebbe rinata dieci anni fa (e sarebbe stata anche ultimata), il Parco sarebbe ancora più splendido e infrastrutture come la metropolitana non sarebbero un appuntamento in agenda. Quindi ben venga lo striscione "Sì Autonomia" al Gran Premio di Monza. E un parere spassionato per la Questura: ci sono altre persone da rintracciare in Brianza, non i giovani padani che hanno esposto lo striscione (e che tra l'altro si sono orgogliosamente autodenunciati su Facebook).